google.com, pub-5905054566263355, DIRECT, f08c47fec0942fa0 la geografia della terra

martedì 27 giugno 2023

parti della terra

 parti della terra 


Il globo terrestre è costituito di tre parti principali: la litosfera, l'idrosfera e l'atmosfera. Tutta la superficie terrestre misura 510 milioni di chilometri quadrati; le acque si estendono per circa 360 milioni di chilometri quadrati, mentre le terre emerse occupano solo i restanti 150 milioni di chilometri quadrati. Cioè, 3/4 circa della superficie del nostro pianeta sono occupati dalle acque e i 1/4 dalle terre emerse. Queste raggruppate per la maggior parte nell'emisfero boreale, non  costituiscono una superficie continua ma sono divise in estensioni più o meno grandi dette continenti e isole.

i continenti e le parti del mondo 

Le terre emerse formano 4 continenti, fra loro staccati, paragonabili ad un sistema di blocchi insulari interrotti, che vengono distinti in :

1) continente Antico (84 milioni di chilometri quadrati) che comprende l'Europa, l'Asia e l'Africa ed è così chiamato perchè fu l'unico sconosciuto, anche se non completamente, dai popoli dell'età antica e del Medio Evo;
2) continente Nuovo (42 milioni di chilometri quadrati) che comprende l'America del Nord e dall'America del Sud e scoperto nel 1492 da Cristoforo Colombo;
3)Continente Nuovissimo (9 milioni di chilometri quadrati) che comprende l'Australia e le isole dell'Oceano Pacifico (Oceania) ed è chiamato così perchè scoperto per ultimo verso la fine del XVI secolo;
4)Continente Antartico e Antartide (14 milioni di chilometri quadrati), che comprende le terre che coprono la calotta antartica; la sua esplorazione è la più recente.

Seguendo però un criterio geografico-storico, le terre emerse vengono divise nelle seguenti parti, ciascuna delle quali si presenta con una particolare fisionomia umana, a causa della proprio posizione geografia e della storia dei suoi abitanti : Europa, Asia, America del Nord, America del Sud, Australia e Antartide.
L'Europa da un punto di vista puramente geografico, si può considerare l'appendice occidentale di quel continente che i geografi, fondendo insieme Europa e Asia chiamano Eurasia.
Le terre meno estese di continenti ma prossime ad essi e circondate da ogni parte dal maro sono isole e rappresentano l'8% della litosfera. Possono essere continentali ed oceaniche; le Prime appartengono a blocchi continentali  di cui sono considerate forme marginali; le seconde rappresentano vette che emergono da rilievi montuosi sommersi dalle acque marine. Oltre ad essere vicine alle coste (tranne poche che sono poste in mezzo agli oceani, come l'Isola di Sant'Elena) le isole sono per lo più riunite in gruppi che prendono il nome di arcipelaghi. Le isole più piccole sono chiamati scogli. Quelle più estese sono :
Groenlandia             2.710.000 chilometri quadrati 
Nuova Guinea            785.000  chilometri quadrati
Borneo                        734.000 chilometri quadrati
Madagascar                585.000  chilometri quadrati
Baffin                          530.000 chilometri quadrati
Sumatra                       420.000 chilometri quadrati
Giappone                     226.000 chilometri quadrati
Gran Bretagna             218.000 chilometri quadrati




mercoledì 11 gennaio 2023

radioattività terrestre

 radioattività terrestre 


Gli elementi radioattivi, una cinquantina circa derivano dall'uranio, dal torio e dall'attinio. Di questi tre elementi, l'uranio ed il torio fanno parte dei costituenti della crosta terrestre. La loro continua disintegrazione, accompagnata dall'emissione di energia in gran parte calorica, ritarda il raffreddamento della terra ed è una delle cause calore terrestre e delle manifestazioni vulcaniche ed orogenetiche

mercoledì 31 agosto 2022

calore terrestre

 calore terrestre


I vulcani che eruttano lava fusa a temperatura elevatissime, le sorgenti termali, i fenomeni di vulcanismo secondario  e le dirette osservazioni termometriche eseguite in profondità, sono una prova della esistenza di un calore interno della terra. La superficie terrestre, fino ad una profondità che aumenta proporzionalmente alla latitudine, rivela una temperatura che varia col variare dell'ora del giorno e delle stagioni. 

Verso i m 30 di profondità, alle nostre latitudini, esiste uno strato con temperatura costante, detto  isotermico, indipendente da quella esterna, in cui la temperatura rimane invariabile nel corso dell'anno e corrisponde  approssimativamente alla media temperatura esterna del luogo di osservazione. 

Al di sotto dello strato isotermico si ha un incremento di temperatura più o meno regolare, in relazione con la natura delle rocce. L'aumento della temperatura con la profondità varia  da un punto all'altro della terra. Si dice  gradiente geotermico  l'aumento di temperatura che si ha scendendo  verticalmente di 100 metri; il grado geotermico è il numero di metri che occorre discendere verticalmente per avere l'aumento di 1°di temperatura  Si usa dire che il grado geotermico è in media di circa 33 metri per 1°C ma questa indicazione ha ben poco significato. Nei grandi bacini sedimentari per esempio  il grado geotermico è di 60 m per 1° C. 

L'aumento di temperatura non procede con lo stesso ritmo fino al nucleo terrestre; se così fosse, il centro della terra verrebbe ad avere una temperatura di circa 180.000°; I sondaggi effettuati per la ricerca del petrolio  e giunti fino a 6.500 metri  circa, dimostrano invece che il gradiente geotermico non conserva lo stesso valore, ma  diminuisce sempre più  e finisce per annullarsi al disotto di una certa profondità; cosicché si può ammettere che la temperatura, dalla profondità i 3000 ° C.

 L'attuale calore terrestre in parte è ritenuto  un residuo  di quello che il pianeta possedeva alle sue origini, quando si staccò dalla massa solare in parte è prodotto da fenomeni meccanici (pressione esercitata dalla crosta terrestre) e radioattivi  oltre da reazioni chimiche.

domenica 29 maggio 2022

magnetismo terrestre

magnetismo  terrestre


La Terra si comporta come un'enorme calamita i cui poli, chiamati poi magnetici non coincidono con quelli astronomici ma distano da essi circa 2000 km. Il polo  Nord magnetico infatti il 1 gennaio 1945 si trovava a 72° 48 lat N nella Penisola di Melville (Canada  Artico ) e 108° long W Gr.; il polo Sud magnetico è a 68 ° 12' lat S nella Terra Vittoria (Artide  e 115° Long E Gr. Sembra però che i poli magnetici siano soggetti a spostamenti di anno in anno. Per effetto del magnetismo terrestre, l'ago della busso libero di girare intorno ad  un asse verticale (bussola di declinazione) rivolge le sue punte in direzione dei poli magnetici ( le polarità dell'ago  sono naturalmente opposte a quelle del campo magnetico della Terra), orientandosi però non secondo la linea del meridiano geografico ma  formando con essa un angolo detto di declinazione magnetica. Tale angolo può essere orientale od occidentale a seconda che il Polo Nord dell'ago sti trovi  ad oriente o ad occidente del meridiano geografico. La declinazione varia da punto a punto e, per  il medesimo punto con il tempo. Essa infatti subisce  : variazioni diurne che si manifestano co oscillazione, le quali portano la punta dell'ago a sfuggire il Sole; variazioni undecennali, legate  con tutta probabilità alle macchie solari che fanno aumentare l'ampiezza delle oscillazione diurne ; variazioni secolari per cui la declinazione di un luogo nello spazio di qualche secolo, può cambiare da oriente ad occidente o viceversa passando per il valore 0. Nei periodi di massima attività delle macchie solari, si manifestano  sull'ago le tempeste magnetiche con variazioni di alcuni gradi e per la durata di qualche giorno. Si dicono linee isogoniche o isogone (dal greco isos = uguale e gonos = angolo )  quelle che uniscono tutti i punti aventi la stessa declinazione magnetica.

Il piano passante per l'asse dell'ago magnetico e perpendicolare alla superficie  terrestre interseca la superficie stessa secondo il meridiano magnetico. Per l'esatto orientamento i naviganti e gli esploratori si servono di speciali carte geografiche  che riportano le isogone.

Verso la metà del secolo XVI si scoprì anche che un ago magnetico, libero di girare attorno ad un asse orizzontale passante per il suo centro di gravità (bussola di inclinazione)  forma col piano dell'orizzonte un angolo detto di inclinazione magnetica, che varia col tempo e col variare della latitudine : assume infatti il valore di 90° sui poli magnetici e quello di 0° ad ugual distanza da essi. L'inclinazione può essere positiva, se il Polo Nord dell'ago è in basso rispetto all'orizzonte (nei punti dell'emisfero boreale); negativa se il Polo Nord è in alto (nei punti dell'emisfero australe) Le linee ondulate che uniscono tutti i punti aventi la stessa inclinazione magnetica prendono il nome di  isocline ( dal greco isos = uguale e clino = piego ). L'equatore magnetico è la linea che unisce i punti della superficie terrestre  la cui inclinazione è uguale a 0°; lungo tale linea, cioè, l'ago resta orizzontale. I punti della superficie terrestre in cui la bussola d'inclinazione si dispone verticalmente, mentre quella di declinazione si trova in equilibrio differente, non assumendo nessun orientamento particolare, vengono detti poli magnetici. La terra oltre alla declinazione e l'inclinazione magnetica presenta un'intensità magnetica che varia da luogo a luogo ed aumenta dall'equatore verso i poli magnetici. Essa può essere rivelata per mezzo di un ago magnetico  che venga sospeso liberamente nel suo centro di gravità. In ogni luogo si vedrà che assume una posizione data dalla declinazione dall'inclinazione e dalla intensità del campo magnetico. Le linee isodinamiche sono quelle che uniscono tutti i punti con la stessa intensità magnetica.

Le carte magnetiche sono cartogrammi nei quali vengono tracciate le isogone, che  hanno approssimativamente l'andamento dei meridiani  e confluiscono tutte nei poli magnetici; le isocline, che hanno all'incirca la direzione dei paralleli geografici; le linee isodinamiche, il cui andamento è simile a quello delle isoterme di gennaio. Si può da ciò dedurre una relazione tra i fenomeni termici e la distribuzione del magnetismo . Si riteneva un tempo che il nucleo centrale della terra costituito in gran parte di ferro, fosse la causa del magnetismo. Ma il ferro in profondità si comporta diversamente che in superficie non conservando le sue proprietà magnetiche sia perché soggetto ad enorme pressione e ad elevata temperatura sia perché si trova unito al nichelio.

Abbandonata questa ipotesi il fisico americano Backett ha tentato di spiegare il campo magnetico  terrestre come conseguenza della rotazione del pianeta. Ma i campi magnetici anche di minima intensità possono essere prodotti solo da masse enormi, Perciò l'americano Elsasser e l'inglese  Bullard hanno formulato l'ipotesi che nelle parti fluide del nucleo della terra per la diversa velocità di rotazione rispetto alla parte esterna più lenta si verifichino correnti elettriche le quali producono come vuole la fisica un campo magnetico. E' bene far notare che , stando a questa ipotesi la velocità di rotazione della terra dovrebbe diminuire per al frizione interna: ma ciò no nè verificabile 

martedì 8 febbraio 2022

zone astronomiche

 zone astronomiche


I tropici  ed i circoli polari dividono la superficie terrestre in 5 zone :

1) zona torrida - compresa tra i due tropici e tagliata in parti uguali dall'equatore. Poiché  la durata del dì e costantemente di 12 ore all'equatore e varia di poco ai trofici ( fra 13 h 12m e 10h 48m) praticamente in questa zona fa sempre caldo, perciò non esistono stagioni differenziate verificandosi solo una differenza stagionale e non termica.

2)Due zone temperate : boreale e australe, comprese tra i tropici ed i circoli polari. In queste zone col variare delle latitudini varea la durata del dì e della notte: il dì infatti va da 13h 12m ai tropici a 48 h di luce ai circoli polari  per cui si fa sempre più accentuata con il procedere della latitudine, la differenza tra il mese più caldo e il mese più freddo.

3) Due zone polari : artica e antartica comprese tra i circoli polari e i poli, La durata del dì  e della notte varia dai 48h a 6 mesi. Nonostante ciò ed in tutto l'anno si registrano temperature molto basse, perché, per la sfericità della terra i raggi del Sole arrivano sempre più obliqui, col procedere in latitudine vengono ad essere dotati di modesto potere di calorifero.

martedì 18 gennaio 2022

la classificazione dei climi

la classificazione dei climi 


diversi sono i criteri adoperati per classificare i climi, essendo come si è visto, molteplici  e complessi i fattori climatici. Una volta si divideva la terra si 5 zone climatiche 

1) zona temperata

2)  due zone temperate, comprese fra i tropici ed i rispettivi circoli polari

3) due zone polari, comprese fra i circoli polari ed i rispettivi poli.

Questa classificazione che dal punto di vista della temperatura presenta un discreto valore non tiene conto però di tutti gli elementi del clima e soprattutto della piovosità ottima  classificazione  è quella dovuta al climatologo risso Wladimir Ko"ppen  che tiene in massimo conto la temperatura e la piovosità e che può essere riassunta 

climi caldi umidi :

clima equatoriale - tropicale - monsonico 

climi caldo secchi 

climi temperato-secchi :

clima mediterraneo - temperato semicontinentale - temperato continentale 

clima dei deserti freddi 

climi temperati umidi :

clima sub oceanico - continentale sub polare

climi freddi

1) climi  caldo - umidi 

si riscontrano nelle regioni prossime all'equatore e limitate dai tropici e presentano tra loro notevoli differenze, date però non dalla temperatura ma dalle variazioni di piovosità. Questo gruppo si può suddividere in tre tipi fondamentali :

equatoriale, tropicale e monsonico.

a) il clima equatoriale è caratterizzato da una temperatura media annua che si aggira intorno ai 25°C e da una minima escursione termica che non supera i 10° C. Le piogge sono quasi sempre superiori ai 2.000 mm. con due massimi di precipitazioni nei periodi equinoziali (marzo e settembre), durante i quali si verificano giornalmente  nelle prime ore pomeridiane violenti temporali che si verificano giornalmente, nelle prime ore pomeridiane violenti temporali che si protraggono per qualche ora. Poichè  l'evaporazione è molto forte. l'atmosfera  è satura di vapori  ed il cielo si mostra costantemente nuvoloso. Nei periodi  dei solstizi (giugno e dicembre), quando il sole  si avvicina ai tropici, all'equatore l'aria è più limpida e meno frequenti diventano i temporali. La grande umidità e la costante  temperatura favoriscono  una vegetazione lussureggiante, la cosiddetta foresta pluviale, caratterizzata da alberi  di alto fusto e da un sottobosco che rende la foresta impraticabile. Il clima equatoriale si riscontra nella parte meridionale del bacino de Rio delle Amazzoni (America) ed intorno al Mare Caraibico, nel Bacino  del Congo  e nella Guinea settentrionale (Africa) nelle isole di Ceylon e della Sonda ed in tutte  quelle del Pacifico. Dove la foresta è stata abbattuta si coltivano la gomma, il tè,  la canna da zucchero e le spezie.

b) il clima tropicale è un clima caldo  che si diffonde sulle regioni prossime ai tropici ed al quale si passa attraverso il clima sub-equatoriale, che è  un clima di transizione. Dalla fascia equatoriale, avvicinandosi ai tropici, la pioggia è meno  abbondante ed i temporali si verificano  con minor frequenza; una o due stagioni piovose sono separate da una o due stagioni secche. Ai  tropici si ha una sola stagione secca, in relazione col periodo invernale, che prolunga per 6-8 mesi, ed una sola stagione piovosa, limitata  al breve periodo quando il Sole  è approssimativamente allo zenit  del corrispondente tropico. Lungo i fiumi  perenni, provenienti  dalle piovose regioni equatoriali, dove  l'umidità  vince il lungo ed infuocato  periodo siccitoso, si sviluppa la vegetazione arborea dando luogo alle foreste a galleria o tropicali . Vegetazione spontanea e caratteristica è la savana, una distesa di erba nei periodi piovosi  che si tramuta in steppa  nel periodo secco. Sono soggetti al clima tropicale l'Altopiano  del Brasile, nell'emisfero australe, e l'orlo  meridionale del Sahara, nell'emisfero boreale; l'Argentina occidentale, l'orlo settentrionale del Kalahari in Africa  e l'Australia  settentrionale.

c) Il clima monsonico  presenta condizioni termiche che variano da regione a regione, ma è caratterizzato  da intense precipitazioni durante il periodo in cui soffia  il monsone di mare ( aprile - ottobre)  alternato con un periodo di siccità  quasi assoluta, corrispondente alla stagione invernale,  quando soffia il monsone di terra (novembre- marzo). Il clima monsonico è proprio dell'India, della Somalia e delle  Coste nord-occidentali  del Golfo di Guinea.

2) Climi caldo-secchi. Questo gruppo climatico è caratterizzato  da variazioni termiche annuali molto accentuate e da un periodo di pioggia incostante ed indefinito. Annualmente  le precipitazioni sono inferiori a 250 mm. Torrenti  e fiumi scendono dai monti, ma si perdono tra le sabbie o vengono consumati dalla forte evaporazione. Si ha, in questo modo, la formazione di strisce coperte occupate dalle acque. danno  origine a piccoli  laghi salati. Mentre si ha assenza di acqua superficiali si costituiscono nel sottosuolo falde acquifere che possono affiorare. Si hanno così  le formazioni delle oasi con le caratteristiche  palme da datteri . I climi  caldo-secchi si riscontrano nelle fasce extratropicali dei deserti caldi.

3) Climi  temperato- secchi. Con la lontananza dall'equatore. cioè  con l'aumentare della latitudine, i tipi di climi  sono sempre più frazionati ed ognuno di essi si estende in zone limitate. La ripartizione delle terre  e dei mari, inoltre il rilievo del suolo e l'esposizione  ai venti ed al Sole vanno assumendo importanza sempre maggiore. IL gruppo dei climi temperato-secchi può essere distinto  in 4 tipi fondamentali : mediterraneo, temperato semicontinentale, temperato continentale e dei deserti freddi.

a)  il clima mediterraneo o dell'olivo  presenta temperatura mite anche nel periodo invernale, precipitazioni invernali  e siccità estiva. La vegetazione rappresentata da piante xerofite : piante grasse e piante a foglie persistenti. Tale clima  è diffuso  nelle terre che circondano il nostro Mediterraneo e lungo la fascia costiera  della California  del Cile e dell'Unione Sudafricana.

b) il clima temperato semicontinentale  o del mais presenta piogge primaverili, estati molto calde ed inverni  nono eccessivamente rigidi. Si riscontra nella Pianura Padana, nell'Ungheria, nella Romania, nell'Ucraina e in molte parti  dell'America Settentrionale ad oriente  della California. Dove domina questo clima., la coltivazione del mais.

c)  il clima temperato continentale  è caratterizzato da piogge scarse e prevalentemente estive, estati calde e inverni rigidi. Esso  predomina nel Turkestan  russo  e si presta agli allevamenti nomadi. La vegetazione è molto limitata.

d) Il clima dei deserti freddi presenta estati molto calde  ed inverni freddissimi. I venti  che provengono dall'oriente  non riescono  a superare le catene montuose cinesi e quelli provenienti da oriente non riescono a portare la pioggia. Tale clima è diffuso nell'interno delle masse continentali e propriamente nel deserto di Gobi, nel Tibet e nel Gran Bacino degli Stati Uniti.

4)  climi temperato-umidi. Si estendono nelle regioni che hanno come limite  i circoli polari e si distinguono specialmente in Europa, in due tipi principiali :  suboceanico e continentale subpolare.

a)  il clima suboceanico  o della quercia  presenta temperatura mite e piogge che cadono quasi in ogni periodo, ma  particolarmente d'estate. Esso predomina in Europa, lungo  una fascia che si estende dal Capo Finisterre alla Norvegia . Piante tipiche sono la quercia ed altre specie con foglie caduche.

b) Il clima continentale subpolare ha estate calda e piovosa ed inverno rigido, secco e con precipitazioni nevose. La temperatura nel mese di  giugno si aggira sui + 20°C e nel mese di gennaio  scende fino a - 3° C ed anche fino a - 11° C ( Mosca). D'inverno il cielo è chiaro , il Sole brillante ed il suolo per alcuni mesi, rimane coperto dalla neve. Questa, fondendo al brusco sopraggiungere della primavera, gonfia i fiumi e rende le strade fangose e malagevoli. Violenti temporali  si alternano con giorni infuocati  nel periodo estivo. Il clima continentale subpolare è proprio della Polonia e della Russia. La vegetazione tipica è rappresentata dalla foresta di betulle e di conifere.

5)  climi freddi o glaciali. Presentano temperature medie inferiori ai 10° C, anche  nel mese più caldo, e la vegetazione, a causa del freddo, è molto scarsa. Questo gruppo di limi si riscontra sulle alte montagne (Alpi nostre oltre 2.000 m Alpi Scandinave oltre i 1.000 m Himalaya e Ande oltre i 4.000 m) e sulle zone circumpolari artiche ed antartiche, coperte di muschi e licheni d'estate e di neve d'inverno.


lunedì 15 novembre 2021

fenomeni carsici

  fenomeni carsici 


Nelle regioni carsiche (così chiamate dal Carso  di Trieste ) che hanno il suolo calcareo e fratturato, l'azione distruttiva si compie con l'erosione e la soluzione dell'acqua ricca di anidride carbonica, che trasforma il carbonato di calcio in bicarbonato solubile e asportabile con residuo di terra rossa. Perciò il paesaggio carsico si presenta privo di acque superficiali, spoglio di vegetazione, cosparso di caverne, crepe, spacchi , inghiottitoi e concavità  approssimativamente circolari, dette doline. Le doline, in particolare, sono formazioni tipiche delle zone carsiche di forma più o meno regolare e superficiali, prodotte in seguito al crollo di cavità sotterranee od anche per azione erosiva delle acqua le quali, correndo in una frattura, l'hanno allargata ed arrotondata.                                                                                 La forma delle doline è quanto mai varia : a pozzo, ad imbuto, a ciotola, a piatto ed a scodella. Il loro fondo può essere chiuso ed in tal caso contengono la terra rossa del Carso, residuo, come si è detto, della disgregazione dei calcari; oppure hanno un'apertura, l'inghiottitoio che permette alle acque di sprofondarsi nel sottosuolo. Le doline quasi circolari e molto profonde prendono il nome di pozzi, abissi, voragini.

Le acque superficiali si sprofondano talora negli inghiottitoi o abissi e, dopo un percorso sotterraneo , riaffiorano, Il fiume Recca o Timavo Superiore nell'Istria , nasce a nord di Fiume, ma dopo 40 chilometri di cammino superficiale scompare nelle grotte di S Canziano, per ricomparire  dopo altri 40 chilometri  di percorso sotterraneo, a due chilometri dal mare presso S Giovanni al Timavo (Monfalcone) con il nome di Timavo. Sempre nelle regioni carsiche, le acque penetrate nel sottosuolo attraversano il terreno calcareo, corroso e frantumato, esercitano, attraverso i secoli, un formidabile lavorio meccanico di erosione e chimico di soluzione perciò vengono scavate cavità dette grotte (se sono aperte verso l'esterno) e caverne ( se sono più profonde ). Meritano  di essere ricordate nel Carso : le grotte di Postumia, il cui sviluppo complessivamente è di oltre 30 chilometri; la grotta di S. Canziano  in cui si sprofonda il fiume Recca; la grotta di Castel Lueglie e quella del Gigante. Nelle puglie  si trova la celebre Grotta di Castellana, scoperta nel 1938.

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