origine delle galassie e delle stelle
Un primitivo universo per una gigantesca esplosione (big bang) avrebbe dato origine ad un Universo prestellare ( formato da gas rarefatto e a bassa temperatura ) e questo per successive divisioni avrebbe formato le Galassie. Dalle galassie per contrazioni locali si sarebbero originate la Nubi cosmiche e i Filamenti e da questi per ulteriori suddivisioni gli ammassi stellari le Catene stellari e quindi le Stelle. La Stella costituita da gas rarefatto avrebbe all'inizio una temperatura bassa questa però si eleverebbe sempre di più fino a raggiungere 100 milioni di gradi circa per contrazione ed in seguito alla trasformazione di tutto l'idrogeno presente in elio. con l'esaurirsi dell'elio si ha la formazione di elementi pesanti un nuovo aumento di temperatura e quindi la fase delle stelle novai cioè la fase delle esplosioni che porta alla formazione di stelle nane fredde e molto dense. Il sole segue la parabola comune ad ogni stella. Attualmente l'idrogeno del nucleo sta trasformandosi in elio quando esaurito l'idrogeno del nucleo si passerà alla trasformazione dell'idrogeno periferico in elio l'aumento di temperatura causerà sulla terra l'evaporazione di tutte le acque e quindi l'estinzione della vita.
Una recente teoria che possiamo chiamare teoria dell'ambiplasma tenta di spiegare la causa della grande esplosione del primitivo Universo. Il fisico svedese Hannes Alfvén fondatore di quella nuova dottrina che va sotto il nome di magnetoidrodinamica e che viene oggi chiamata preferibilmente fisica del plasma con l'aiuto del collega Oskar Klein ha annunciato una nuova teoria sull'origine dell'universo. Premettiamo che il plasma è un gas totalmente ionizzato formato cioè d a atomi i quali in seguito ad altissima temperatura hanno perso completamente le particelle che circondano il nucleo. L'antimateria risulta costituita da antiatomi cioè da atomi che hanno elettroni nel nucleo e protoni perifericamente contrariamente a quanto si verifica negli atomi della materia. Secondo Alfvén l'Universo pima di prendere l'aspetto che ha oggi era costituito da un numero uguale di atomi e antiatomi i quali per la mutua attrazione gravitazionale cominciarono a spostarsi l'uno verso l'altro formando un'immensa nube in via contrazione gli a atoni e gli antiatomi vennero a contatto e cominciarono ad annullarsi trasformandosi in pura energia. Per questa annichilazione il calore della nube che già stava aumentando per la contrazione gravitazionale crebbe perciò la nube stessa cessò di contrarsi e successivamente esplose con furore originando l'odierno universo. Per spiegare come mai la materia non si sia del tutto annichilita a contatto con l'antimateria Alfvén suppose che durante il processo di mutua annichilazione si siam formato nella regione di contatto tra materia ed antimateria l'ambiplasma cioè un plasma doppio irraggiante altissime energie formato da atomi e antiatomi totalmente ionizzati permettendo che avesse luogo l'esplosione senza che la materia e l'antimateria si trasformassero completamente in pura energia elettromagnetica.
martedì 31 ottobre 2017
venerdì 27 ottobre 2017
raggi cosmici
raggi cosmici
Nel 1911 furono scoperti i raggi cosmici costituiti da protoni e da elettroni che provengono da zone extraterrestri (dalla Galassia forse o dal Sistema Solare) e bombardano di continuo la Terra.
Questi raggi capaci di attraversare uno schermo di piombo spesso 20 m sono poco intensi al livello del mare mentre aumentano all'altezza di 30 km.
A maggiore altitudine vengono assorbiti dalla stratosfer.
Per azione dei raggi cosmici gli atomi di azoto atmosferico si trasformano in carbonio radioattivo (C14) ed in idrogeno.
Nel 1911 furono scoperti i raggi cosmici costituiti da protoni e da elettroni che provengono da zone extraterrestri (dalla Galassia forse o dal Sistema Solare) e bombardano di continuo la Terra.
Questi raggi capaci di attraversare uno schermo di piombo spesso 20 m sono poco intensi al livello del mare mentre aumentano all'altezza di 30 km.
A maggiore altitudine vengono assorbiti dalla stratosfer.
Per azione dei raggi cosmici gli atomi di azoto atmosferico si trasformano in carbonio radioattivo (C14) ed in idrogeno.
giovedì 26 ottobre 2017
quasar interloper e pulsar
quasar interloper e pulsar
Le quasar sonno oggetti quasi stellari QSS le Interloper o Galassie quasi stellari QSG e le pulsar o radio sorgenti pulsanti. Le prime sono soggetti extragalattici che hanno l'aspetto di stelle e sono dotate di una luminosità 100 volte maggiore di una ordinaria Galassia. Presentano inoltre rapide variazioni di splendore colore anormalmente blu e sono centri di intense emissioni radio. Le Interloper ( in inglese intruse ) differiscono dalla Quasar solo per l'assenza di emissioni radio. Nell'agosto del 1967 durante l'osservazione dei Quasar vennero scoperte per caso le Pulsar. Da alcuni una Pulsar è ritenuta una libera forma di materia in uno stato super denso chiamata stella di neutroni. Una tale stella conterrebbe la massa del Sole in una sfera avente pochi chilometri di diametro e sarebbe così densa che qualche decina di centimetri cubici al suo interno possono raggiungere il peso di 100 milioni di tonnellate. Le Pulsar girano rapidamente su se stesse emettendo una pulsazione ad ogni rotazione. La maggior parte delle pulsazioni giunge con sorprendente regolarità simile a quella di un orologio atomico. La loro durata è compresa tra i 20 e 40 millesimi di secondo.
Le quasar sonno oggetti quasi stellari QSS le Interloper o Galassie quasi stellari QSG e le pulsar o radio sorgenti pulsanti. Le prime sono soggetti extragalattici che hanno l'aspetto di stelle e sono dotate di una luminosità 100 volte maggiore di una ordinaria Galassia. Presentano inoltre rapide variazioni di splendore colore anormalmente blu e sono centri di intense emissioni radio. Le Interloper ( in inglese intruse ) differiscono dalla Quasar solo per l'assenza di emissioni radio. Nell'agosto del 1967 durante l'osservazione dei Quasar vennero scoperte per caso le Pulsar. Da alcuni una Pulsar è ritenuta una libera forma di materia in uno stato super denso chiamata stella di neutroni. Una tale stella conterrebbe la massa del Sole in una sfera avente pochi chilometri di diametro e sarebbe così densa che qualche decina di centimetri cubici al suo interno possono raggiungere il peso di 100 milioni di tonnellate. Le Pulsar girano rapidamente su se stesse emettendo una pulsazione ad ogni rotazione. La maggior parte delle pulsazioni giunge con sorprendente regolarità simile a quella di un orologio atomico. La loro durata è compresa tra i 20 e 40 millesimi di secondo.
mercoledì 25 ottobre 2017
nebulose
nebulose
Le nebulose sono oggetti celesti così chiamati perché hanno l'aspetto di nubecole molto tenui. Si dividono in risolubili se al telescopio si risolvono in aggregati di stelle; irresolubili se appaiono formate da materia cosmica continua. Le prime si chiamato anche Isole-Universo o nebulose extragalattiche perché poste oltre la Galassia le secondo prendono semplicemente il nome di nebulose e si distinguono in tre categorie : planetarie oscure e diffuse.
Le nebulose planetarie sono costituite da masse di gas a debole densità e debolmente illuminate condensate in anelli concentrici con nel centro una debole stellina. Vi appartiene al nebulosa della Lira. Le nebulose oscure risultano formate da polvere cosmica minutissima le cui particelle sono così esigue che ne occorrerebbero 5 quintilioni per raggiungere il peso di un grammo.
Le nebulose diffuse non sono diverse forse dalle precedenti; solo che appaiono debolmente luminose per la presenza nelle vicinanze di una lucida stella: Si pensa che tutte le nebulose siano oscure quelle luminose (le planetarie e le diffuse ) sono tali o perché riflettono la luce di stelle o perché le particelle di cui sono costituite vengono eccitate da astri vicini dotati di alta temperatura.
Le nebulose sono oggetti celesti così chiamati perché hanno l'aspetto di nubecole molto tenui. Si dividono in risolubili se al telescopio si risolvono in aggregati di stelle; irresolubili se appaiono formate da materia cosmica continua. Le prime si chiamato anche Isole-Universo o nebulose extragalattiche perché poste oltre la Galassia le secondo prendono semplicemente il nome di nebulose e si distinguono in tre categorie : planetarie oscure e diffuse.
Le nebulose planetarie sono costituite da masse di gas a debole densità e debolmente illuminate condensate in anelli concentrici con nel centro una debole stellina. Vi appartiene al nebulosa della Lira. Le nebulose oscure risultano formate da polvere cosmica minutissima le cui particelle sono così esigue che ne occorrerebbero 5 quintilioni per raggiungere il peso di un grammo.
Le nebulose diffuse non sono diverse forse dalle precedenti; solo che appaiono debolmente luminose per la presenza nelle vicinanze di una lucida stella: Si pensa che tutte le nebulose siano oscure quelle luminose (le planetarie e le diffuse ) sono tali o perché riflettono la luce di stelle o perché le particelle di cui sono costituite vengono eccitate da astri vicini dotati di alta temperatura.
martedì 24 ottobre 2017
struttura dell'universo
struttura dell'universo
Le stelle che noi vediamo ad occhio nudo o con i più potenti telescopi fanno parte di un immenso agglomerato di astri chiamato Galassia (dal greco gala = latte) perché secondo la mitologia greca sarebbe stato originato dal latte caduto dalle labbra di Ercole mentre era allattato da Giunone: Vista di taglio essa si traduce per un osservatore terrestre in una striscia luminosa che formicola di innumerevoli stelle ( via Lattea). La galassia presenta la forma di una gigantesca lente biconvessa che racchiude oltre 100 miliardi di stelle. I suo diametro maggiore si estende per circa 100 mila anni-luce e quello minore per oltre 20 mila anni-luce. Il sole con il suo corteo di Pianeti Satelliti e Comete si trova presso il piano equatoriale della Galassia distante 30.000 anni-luce dal centro e si sposta verso la costellazione di Ercole con una velocità di circa 20 chilometri al secondo.
La Galassia ha un moto di rotazione in senso orario che si compie in 250 milioni di anni e uno di traslazione nello spazio spostandosi con una velocità di 160-328 chilometri al secondo. Anche le stelle che la compongono si muovono attorno al suo centro : con maggior velocità quelle più vicine al centro stesso ; con minor velocità le altre più lontane. Essa risulta costituita da ammassi stellari (raggruppamenti di stelle di cui fa parte il sole ) nebulose luminose (nuvole di gas illuminate dalle stelle in esse disseminate) nebulose oscure o sacchi di carbone ( ammassi di polvere opaca che non lasciano vedere le stelle poste dietro di esse. Oltre la Galassia per una profondità che può oscillare da 50.000 a 200.000 anni-luce si estende il vuoto.
Dopo sono visibili circa 100 ammassi globulari che, come giganteschi satelliti circondano e seguono la Galassia nel suo movimento. Ogni ammasso globulare ha un diametro di 100 anni-luce e contiene decine di migliaia di soli giganti. Ricomincia quindi il vuoto che si estende per 750 anni-luce dopo di che compaiono circa 100 milioni di nebulose spirali o galassie esterne di forma lenticolare e con due bracci che avvolgono il nucleo dotate di un moto di rotazione intorno al proprio asse e di uno di traslazione nello spazio. Ogni nebulosa spirale risulta composta da ammassi stellari nebulose luminose e nebulose scure.
Il sole con tutti i corpi che gli ruotano intorno forma il Sistema Solare questo con 200 miliardi di stelle circa forma l'Universo stellare o Galassia . La Galassia con gli ammassi globulari e con le atre galassie esterne o nebulose spirali forma il Grande Universo o Cosmo . C'è che ritiene che le galassie si allontanino l'una dall'altra e che l'Universo si espanda in tutte le direzioni.
Le stelle che noi vediamo ad occhio nudo o con i più potenti telescopi fanno parte di un immenso agglomerato di astri chiamato Galassia (dal greco gala = latte) perché secondo la mitologia greca sarebbe stato originato dal latte caduto dalle labbra di Ercole mentre era allattato da Giunone: Vista di taglio essa si traduce per un osservatore terrestre in una striscia luminosa che formicola di innumerevoli stelle ( via Lattea). La galassia presenta la forma di una gigantesca lente biconvessa che racchiude oltre 100 miliardi di stelle. I suo diametro maggiore si estende per circa 100 mila anni-luce e quello minore per oltre 20 mila anni-luce. Il sole con il suo corteo di Pianeti Satelliti e Comete si trova presso il piano equatoriale della Galassia distante 30.000 anni-luce dal centro e si sposta verso la costellazione di Ercole con una velocità di circa 20 chilometri al secondo.
La Galassia ha un moto di rotazione in senso orario che si compie in 250 milioni di anni e uno di traslazione nello spazio spostandosi con una velocità di 160-328 chilometri al secondo. Anche le stelle che la compongono si muovono attorno al suo centro : con maggior velocità quelle più vicine al centro stesso ; con minor velocità le altre più lontane. Essa risulta costituita da ammassi stellari (raggruppamenti di stelle di cui fa parte il sole ) nebulose luminose (nuvole di gas illuminate dalle stelle in esse disseminate) nebulose oscure o sacchi di carbone ( ammassi di polvere opaca che non lasciano vedere le stelle poste dietro di esse. Oltre la Galassia per una profondità che può oscillare da 50.000 a 200.000 anni-luce si estende il vuoto.
Dopo sono visibili circa 100 ammassi globulari che, come giganteschi satelliti circondano e seguono la Galassia nel suo movimento. Ogni ammasso globulare ha un diametro di 100 anni-luce e contiene decine di migliaia di soli giganti. Ricomincia quindi il vuoto che si estende per 750 anni-luce dopo di che compaiono circa 100 milioni di nebulose spirali o galassie esterne di forma lenticolare e con due bracci che avvolgono il nucleo dotate di un moto di rotazione intorno al proprio asse e di uno di traslazione nello spazio. Ogni nebulosa spirale risulta composta da ammassi stellari nebulose luminose e nebulose scure.
Il sole con tutti i corpi che gli ruotano intorno forma il Sistema Solare questo con 200 miliardi di stelle circa forma l'Universo stellare o Galassia . La Galassia con gli ammassi globulari e con le atre galassie esterne o nebulose spirali forma il Grande Universo o Cosmo . C'è che ritiene che le galassie si allontanino l'una dall'altra e che l'Universo si espanda in tutte le direzioni.
lunedì 23 ottobre 2017
costellazioni
costellazioni
Le costellazioni sono raggruppamenti convenzionali di stelle apparentemente vicine tra loro, che sembrano raffigurare cose naturali o artificiali, personaggi o animali reali o mitologica da cui deriva il loro nome scelto dalla fantasia dei primi astronomi. Si conoscono 88 costellazioni e si distinguono in boreali australi zodiacali. Le stelle di ogni costellazione a cominciare da quelle più brillanti si indicano con le lettere dell'alfabeto greco alfa beta gamma seguite dal genitivo del nome latino della costellazioni cui le stelle stesse appartengono : alfa bootis (Arturo) beta ursae maioris ecc. Alcune hanno un loro nome proprio.
Costellazioni boreali si dispongono fra la zona eclittica e il polo nord. Sono le 29 più note Ricordiamo Lira Cigno Aquila Cassiopea Corona Boreale Ercole Boote Orsa Maggiore o Gran Carro Orsa Minore o Piccolo Carro.
L'Orsa Maggiore o Gran Carro è formata da 7 stelle principali delle quali 4 disposte ai verici di un quadrilatero rappresentano nella figura popolare le ruote del carro e 3 allinieate a formare il timone. L'Orsa Minore o Piccolo Carro è formata anch'essa da 7 stelle principali ma con il timone in direzione contraria a quello del Gran Carro. L'ultima stella del timone del Piccolo Carro cioè la stella alfa denominata Stella Polare coincide all'incirca con il Polo nord celeste. Essa è posta sul prolungamento della linea che unisce le due ruote posteriori del Gran Carro ad una distanza 5 volte quella tra le suddette ruote. Il Gran Carro fu chiamato dai greci Arctos (Orsa) donde il nome di artico con cui viene anche chiamato il Polo Nord e dai romani Septem triones (sette buoi aggiogati) perciò lo stesso Polo viene chiamato anche settentrione o settentrionale.
Una costellazione è una configurazione di stelle non necessariamente connesse tra loro e che appaiono vicine solo perché proiettate da noi che abitiamo nel sistema solare nella medesima regione del cielo. Ciascuna stella dell'Orsa Maggiore per esempio ha una distanza enormemente diversa dalle altre. Occorre ancora osservare che ben poche costellazioni rassomigliano sia pure di poco agli oggetti che si ritiene esse rappresentino. Come si può vedere un orso nell'Orsa Maggiore ? La posizione delle 7 stelle principali richiama alla mente un cucchiaio piuttosto che un orso. Gli americani infatti chiamano la suddetta costellazione Il Gran cucchiaio.
La nomenclatura attualmente adottata per le costellazioni è generalmente quella latina il nome però per convenzione internazionale risalente al 1922 viene abbreviato in tre lettere
nominativo genitivo abbreviazione
Aquarius Aquarii aqr
Aries Arietis ari
Capricornus Capricorni cap
Gemini Geminorum gem
Leo Leonis Leo
Libra Librae lib
Pisces Piscium psc
Sagittarius Sagittarii sgr
Scorpius Scorpii sco
Taurus Tauri Tau
Virgo Virginis vir
Costellazioni australi
sono 47 poste tra la zona eclittica e il polo sud.
Ricordiamo tra le più note
Orione
Centauro
Cane maggiore
Cane minore
Corona australe
Centauro
Balena
Camaleonte
Croce del sud
La croce del sud posta sotto il Centauro ed il Camaleonte è un insieme di oltre 100 stelle che di dispongono a formare una croce. Di esse l'alfa è posta in direzione del Polo sud celeste.
Costellazioni zodiacali
sono 12 ciascuna dell'ampiezza di 30° distribuite sullo zodiaco. Ogni costellazione è contraddistinta da un simbolo o segno Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia o Libra Scorpione Sagittario Capricorno Acquario e Pesci. Anticamente il sole nel suo apparente movimento annuo interno alla terra percorreva lo zodiaco sostando un mese circa nella parte occupata da ciascuna della costellazioni così che entrava in Ariete all'inizio della primavera ed usciva dai Pesci alla fine dell'inverno, Cisi accorse però che a causa della precessione degli equinozi questo fenomeno non era immutabile e venne introdotta una distinzione tra le costellazioni zodiacali e i loro segni. Così quando si dice che il sole si trova nel segno del Leone si trova tra il 12° e 150° di longitudine, dove una volta era effettivamente questa costellazione mentre ora si trova in quella del Cancro.
Acquario (21 gennaio )
Pesci ( 20 febbraio )
Ariete ( 21 marzo )
Toro (20 aprile)
Gemelli (21 maggio )
Cancro (22 giugno )
Leone ( 23 luglio )
Vergine ( 23 agosto )
Bilancia (23 settembre)
Scorpione ( 22 novembre)
Capricorno ( 22 dicembre)
Le costellazioni sono raggruppamenti convenzionali di stelle apparentemente vicine tra loro, che sembrano raffigurare cose naturali o artificiali, personaggi o animali reali o mitologica da cui deriva il loro nome scelto dalla fantasia dei primi astronomi. Si conoscono 88 costellazioni e si distinguono in boreali australi zodiacali. Le stelle di ogni costellazione a cominciare da quelle più brillanti si indicano con le lettere dell'alfabeto greco alfa beta gamma seguite dal genitivo del nome latino della costellazioni cui le stelle stesse appartengono : alfa bootis (Arturo) beta ursae maioris ecc. Alcune hanno un loro nome proprio.
Costellazioni boreali si dispongono fra la zona eclittica e il polo nord. Sono le 29 più note Ricordiamo Lira Cigno Aquila Cassiopea Corona Boreale Ercole Boote Orsa Maggiore o Gran Carro Orsa Minore o Piccolo Carro.
L'Orsa Maggiore o Gran Carro è formata da 7 stelle principali delle quali 4 disposte ai verici di un quadrilatero rappresentano nella figura popolare le ruote del carro e 3 allinieate a formare il timone. L'Orsa Minore o Piccolo Carro è formata anch'essa da 7 stelle principali ma con il timone in direzione contraria a quello del Gran Carro. L'ultima stella del timone del Piccolo Carro cioè la stella alfa denominata Stella Polare coincide all'incirca con il Polo nord celeste. Essa è posta sul prolungamento della linea che unisce le due ruote posteriori del Gran Carro ad una distanza 5 volte quella tra le suddette ruote. Il Gran Carro fu chiamato dai greci Arctos (Orsa) donde il nome di artico con cui viene anche chiamato il Polo Nord e dai romani Septem triones (sette buoi aggiogati) perciò lo stesso Polo viene chiamato anche settentrione o settentrionale.
Una costellazione è una configurazione di stelle non necessariamente connesse tra loro e che appaiono vicine solo perché proiettate da noi che abitiamo nel sistema solare nella medesima regione del cielo. Ciascuna stella dell'Orsa Maggiore per esempio ha una distanza enormemente diversa dalle altre. Occorre ancora osservare che ben poche costellazioni rassomigliano sia pure di poco agli oggetti che si ritiene esse rappresentino. Come si può vedere un orso nell'Orsa Maggiore ? La posizione delle 7 stelle principali richiama alla mente un cucchiaio piuttosto che un orso. Gli americani infatti chiamano la suddetta costellazione Il Gran cucchiaio.
La nomenclatura attualmente adottata per le costellazioni è generalmente quella latina il nome però per convenzione internazionale risalente al 1922 viene abbreviato in tre lettere
nominativo genitivo abbreviazione
Aquarius Aquarii aqr
Aries Arietis ari
Capricornus Capricorni cap
Gemini Geminorum gem
Leo Leonis Leo
Libra Librae lib
Pisces Piscium psc
Sagittarius Sagittarii sgr
Scorpius Scorpii sco
Taurus Tauri Tau
Virgo Virginis vir
Costellazioni australi
sono 47 poste tra la zona eclittica e il polo sud.
Ricordiamo tra le più note
Orione
Centauro
Cane maggiore
Cane minore
Corona australe
Centauro
Balena
Camaleonte
Croce del sud
La croce del sud posta sotto il Centauro ed il Camaleonte è un insieme di oltre 100 stelle che di dispongono a formare una croce. Di esse l'alfa è posta in direzione del Polo sud celeste.
Costellazioni zodiacali
sono 12 ciascuna dell'ampiezza di 30° distribuite sullo zodiaco. Ogni costellazione è contraddistinta da un simbolo o segno Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia o Libra Scorpione Sagittario Capricorno Acquario e Pesci. Anticamente il sole nel suo apparente movimento annuo interno alla terra percorreva lo zodiaco sostando un mese circa nella parte occupata da ciascuna della costellazioni così che entrava in Ariete all'inizio della primavera ed usciva dai Pesci alla fine dell'inverno, Cisi accorse però che a causa della precessione degli equinozi questo fenomeno non era immutabile e venne introdotta una distinzione tra le costellazioni zodiacali e i loro segni. Così quando si dice che il sole si trova nel segno del Leone si trova tra il 12° e 150° di longitudine, dove una volta era effettivamente questa costellazione mentre ora si trova in quella del Cancro.
Acquario (21 gennaio )
Pesci ( 20 febbraio )
Ariete ( 21 marzo )
Toro (20 aprile)
Gemelli (21 maggio )
Cancro (22 giugno )
Leone ( 23 luglio )
Vergine ( 23 agosto )
Bilancia (23 settembre)
Scorpione ( 22 novembre)
Capricorno ( 22 dicembre)
domenica 22 ottobre 2017
posizione di una stella
posizione di una stella
La posizione di una stella si determina mediante delle coordinate astronomiche o celesti che sono :
altezza, azimut, distanza polare, angolo orario, declinazione. ascensione retta.
L'altezza (h) di una stella misurata in gradi è l'angolo verticale propriamente è l'arco del circolo verticale che passa per l'astro compreso fra la stella e l'orizzonte astronomica: Varia da 0° (quando la stella si trova sull'orizzonte astronomico ) a 90° (allorché la stella è allo zenit). Essa inoltre può essere positiva o negativa a seconda che la stella sia nell'emisfero visibile o quello invisibile. L'altezza negativa prende il nome di depressione.
Logicamente invece dell'altezza si può considerare il suo complemento cioè la distanza zenitale dell'astro.
L'azimut è un angolo orizzontale. In particolare è l'arco che sull'orizzonte astronomico separa il circolo verticale passante per lo zenit e per l'astro dal circolo meridiano passante per i poli celesti. Si misura da 0° a 360° partendo da sud e procedendo in senso orario.
la distanza polare è l'arco compreso tra una stella ed il polo celesti si misura in gradi sul circolo orario passante per l'astro.
L'angolo orario è l'angolo misurato in ore minuti e secondi che va dal circolo meridiano al circolo orario che passa per la stella.
In altre parole è il cammino compiuto dalla stella dal meridiano alla posizione corrispondente all'istante in cui viene fatta l'osservazione.
La distanza polare e l'angolo orario sono le coordinate di una stella rispetto al polo celeste.
La declinazione è la distanza angolare di una stella dall'equatore celeste. A seconda che l'astro sia nell'emisfero boreale o quello australe la declinazione si dice boreale o australe oppure positiva o negativa e si indica in gradi e frazioni di grado preceduti dal segno + oppure -.
La declinazione omega = + 10 indica che l'astro è posto nell'emisfero boreale a 10° dall'equatore celeste. Essa si misura sul meridiano celeste passante per l'astro e va da 0° quando l'astro è sull'equatore a 90° quando esso è invece in uno dei poli celesti. La declinazione corrisponde alla latitudine geografica.
L'ascensione retta alfa è la distanza angolare che interocorre tra il circolo orario passante per la stella e il meridiano celeste che passa per il punto gamma.
Si misura in tempo (ore minuti siderei ) da 0h a 24h cominciando dal meridiano suddetto e procedendo da occidente ad oriente cioè nel senso inverso in cui girano le lancette di un orologio posto sul piano dell'equatore con il quadrante rivolto verso nord. Un astro che abbia alfa = 0h si trova sul meridiano celeste che passa per il punto gamma; uno invece che abbia alfa = 3h si trova sul meridiano celeste o circolo orario che passerà sul meridiano di un luogo tre ore dopo il meridiano passante per il punto gamma perciò sta a 45° ad oriente di esso (un'ora corrisponde a 15° e 4 minuti ad 1°). L'ascensione retta corrisponde alla longitudine geografica. La declinazione e l'ascensione retta sono le coordinate di una stella rispetto all'equatore celeste.
La posizione di una stella si determina mediante delle coordinate astronomiche o celesti che sono :
altezza, azimut, distanza polare, angolo orario, declinazione. ascensione retta.
L'altezza (h) di una stella misurata in gradi è l'angolo verticale propriamente è l'arco del circolo verticale che passa per l'astro compreso fra la stella e l'orizzonte astronomica: Varia da 0° (quando la stella si trova sull'orizzonte astronomico ) a 90° (allorché la stella è allo zenit). Essa inoltre può essere positiva o negativa a seconda che la stella sia nell'emisfero visibile o quello invisibile. L'altezza negativa prende il nome di depressione.
Logicamente invece dell'altezza si può considerare il suo complemento cioè la distanza zenitale dell'astro.
L'azimut è un angolo orizzontale. In particolare è l'arco che sull'orizzonte astronomico separa il circolo verticale passante per lo zenit e per l'astro dal circolo meridiano passante per i poli celesti. Si misura da 0° a 360° partendo da sud e procedendo in senso orario.
la distanza polare è l'arco compreso tra una stella ed il polo celesti si misura in gradi sul circolo orario passante per l'astro.
L'angolo orario è l'angolo misurato in ore minuti e secondi che va dal circolo meridiano al circolo orario che passa per la stella.
In altre parole è il cammino compiuto dalla stella dal meridiano alla posizione corrispondente all'istante in cui viene fatta l'osservazione.
La distanza polare e l'angolo orario sono le coordinate di una stella rispetto al polo celeste.
La declinazione è la distanza angolare di una stella dall'equatore celeste. A seconda che l'astro sia nell'emisfero boreale o quello australe la declinazione si dice boreale o australe oppure positiva o negativa e si indica in gradi e frazioni di grado preceduti dal segno + oppure -.
La declinazione omega = + 10 indica che l'astro è posto nell'emisfero boreale a 10° dall'equatore celeste. Essa si misura sul meridiano celeste passante per l'astro e va da 0° quando l'astro è sull'equatore a 90° quando esso è invece in uno dei poli celesti. La declinazione corrisponde alla latitudine geografica.
L'ascensione retta alfa è la distanza angolare che interocorre tra il circolo orario passante per la stella e il meridiano celeste che passa per il punto gamma.
Si misura in tempo (ore minuti siderei ) da 0h a 24h cominciando dal meridiano suddetto e procedendo da occidente ad oriente cioè nel senso inverso in cui girano le lancette di un orologio posto sul piano dell'equatore con il quadrante rivolto verso nord. Un astro che abbia alfa = 0h si trova sul meridiano celeste che passa per il punto gamma; uno invece che abbia alfa = 3h si trova sul meridiano celeste o circolo orario che passerà sul meridiano di un luogo tre ore dopo il meridiano passante per il punto gamma perciò sta a 45° ad oriente di esso (un'ora corrisponde a 15° e 4 minuti ad 1°). L'ascensione retta corrisponde alla longitudine geografica. La declinazione e l'ascensione retta sono le coordinate di una stella rispetto all'equatore celeste.
mercoledì 18 ottobre 2017
movimenti delle stelle
movimenti delle stelle
Le stelle sono dotate di movimenti reali e movimenti apparenti. I movimenti reali sono quelli propri di ogni stella che si compiono in determinate direzioni con grande velocità ma che a noi appaiono lenti essendo le stelle distanti dalla terra.
I movimenti apparenti sono una conseguenza della rotazione terrestre perciò ogni stella sembra descrivere in senso retrogrado un'orbita circolare il cui centro si trova sull'asse del mondo. Per questo moto in una data località alcune stelle si vedono sempre sull'orizzonte del luogo ( stelle circumpolari o intramontabili ) altre sembrano sorgere culminare e tramontare (stelle occidue)
All'equatore tutte le stelle visibili sono occidue. L'asse del mondo risulta orizzontale per un osservatore che si a all'equatore taglia a metà le traiettorie di tutte le stelle perciò esse allorché percorrono la metà della traiettoria che è al disopra dell'orizzonte suddetto sorgono culminano e tramontano dopo essere state 12 ore sull'orizzonte. Gli archi diurni degli astri sono tutti perpendicolari all'orizzonte e la stella polare si osserva sull'orizzonte in direzione Nord si ha la cosiddetta sfera retta.
A polo tutte le stelle visibili sono circumpolari. Per un osservatore posto al polo nord l'asse del mondo è verticale per cui le traiettorie delle stelle sono parallele all'orizzonte astronomico del polo e conseguentemente esse non tramontano mai. la Stella polare è presso lo zenit e si ha la sfera parallela.
In un punto a latitudine intermedi a l'asse del mondo è inclinato sull'orizzonte di un angolo pari alla latitudine del luogo. Le stelle apparentemente descrivono sempre orbite circolari attorno all'asse del mondo. Perciò le traiettorie di alcune di esse restano al di sopra dell'orizzonte astronomico mentre quelle di altre sono da esso intersecate; alcune stelle visibili sono quindi circumpolari e altre occidue. Le stelle circumpolari sono limitate dal parallelo celeste la cui distanza dal polo è pari alla latitudine in cui si trova l'osservatore. Per l'osservatore che si aa 30° di latitudine boreale sono stelle circumpolari quelle che distano dal polo nord 30 ° cioè quelle comprese tra 60° e 90° di declinazione ). Alla stessa latitudine sono logicamente visibili quelle stelle dell'emisfero australe limitate dal parallelo celeste che dal polo sud ha una distanza pari alla latitudine in cui si trova l'osservatore. Nei paesi a latitudine intermedia essendo le traiettorie dei singoli astri tutte inclinate sull'orizzonte i paralleli e la sfera celesti appaiono come obliqui sull'orizzonte e si ha perciò la sfera obliqua. Per questo motivo alla nostra latitudine ponendoci con la fronte verso oriente vediamo delle stelle visibili e quindi anche il sole sorgere salire e spostarsi verso sud cioè alla nostra destra perché l'equatore e i paralleli sono inclinati rispetto all'orizzonte verso sud rispetto all'orizzonte verso sud. Per un osservatore che sia agli antipodi e che sia rivolto verso oriente avviene il contrario le stelle e il sole sorgono ad oriente salgono e si spostano verso nord cioè alla sua sinistra perché l'equatore e i paralleli sono inclinati rispetto all'orizzonte verso nord.
Le stelle sono dotate di movimenti reali e movimenti apparenti. I movimenti reali sono quelli propri di ogni stella che si compiono in determinate direzioni con grande velocità ma che a noi appaiono lenti essendo le stelle distanti dalla terra.
I movimenti apparenti sono una conseguenza della rotazione terrestre perciò ogni stella sembra descrivere in senso retrogrado un'orbita circolare il cui centro si trova sull'asse del mondo. Per questo moto in una data località alcune stelle si vedono sempre sull'orizzonte del luogo ( stelle circumpolari o intramontabili ) altre sembrano sorgere culminare e tramontare (stelle occidue)
All'equatore tutte le stelle visibili sono occidue. L'asse del mondo risulta orizzontale per un osservatore che si a all'equatore taglia a metà le traiettorie di tutte le stelle perciò esse allorché percorrono la metà della traiettoria che è al disopra dell'orizzonte suddetto sorgono culminano e tramontano dopo essere state 12 ore sull'orizzonte. Gli archi diurni degli astri sono tutti perpendicolari all'orizzonte e la stella polare si osserva sull'orizzonte in direzione Nord si ha la cosiddetta sfera retta.
A polo tutte le stelle visibili sono circumpolari. Per un osservatore posto al polo nord l'asse del mondo è verticale per cui le traiettorie delle stelle sono parallele all'orizzonte astronomico del polo e conseguentemente esse non tramontano mai. la Stella polare è presso lo zenit e si ha la sfera parallela.
In un punto a latitudine intermedi a l'asse del mondo è inclinato sull'orizzonte di un angolo pari alla latitudine del luogo. Le stelle apparentemente descrivono sempre orbite circolari attorno all'asse del mondo. Perciò le traiettorie di alcune di esse restano al di sopra dell'orizzonte astronomico mentre quelle di altre sono da esso intersecate; alcune stelle visibili sono quindi circumpolari e altre occidue. Le stelle circumpolari sono limitate dal parallelo celeste la cui distanza dal polo è pari alla latitudine in cui si trova l'osservatore. Per l'osservatore che si aa 30° di latitudine boreale sono stelle circumpolari quelle che distano dal polo nord 30 ° cioè quelle comprese tra 60° e 90° di declinazione ). Alla stessa latitudine sono logicamente visibili quelle stelle dell'emisfero australe limitate dal parallelo celeste che dal polo sud ha una distanza pari alla latitudine in cui si trova l'osservatore. Nei paesi a latitudine intermedia essendo le traiettorie dei singoli astri tutte inclinate sull'orizzonte i paralleli e la sfera celesti appaiono come obliqui sull'orizzonte e si ha perciò la sfera obliqua. Per questo motivo alla nostra latitudine ponendoci con la fronte verso oriente vediamo delle stelle visibili e quindi anche il sole sorgere salire e spostarsi verso sud cioè alla nostra destra perché l'equatore e i paralleli sono inclinati rispetto all'orizzonte verso sud rispetto all'orizzonte verso sud. Per un osservatore che sia agli antipodi e che sia rivolto verso oriente avviene il contrario le stelle e il sole sorgono ad oriente salgono e si spostano verso nord cioè alla sua sinistra perché l'equatore e i paralleli sono inclinati rispetto all'orizzonte verso nord.
vari tipi di stelle
vari tipi di stelle
Galassie anormali con caratteristiche insolite in cui per esempio può presentarsi una appendice di colore diverso dal quello della galassia.
Galassie in collisione cioè in parte compenetrate. Logicamente le stelle a causa della loro distanza non possono urtarsi in tali collisioni si urtano invece le particelle di materia interstellare.
Oggetti galattici. E' stato possibile individuare come radio-sorgenti resti di supernovae e qualche nebulosa diffusa anormale.
- stelle variabili sono quelle soggette a cambiare splendore periodicamente. Per alcune il periodo è breve giungendo al massimo ad un giorno per altre può essere più lungo una settimana
- Stelle multiple sono quelle formate realmente da 2 3 o più stelle che ruotano l'una intorno all'altra; ma poiché la loro reciproca distanza è piccola rispetto a quella molto più grande che le separa dalla Terra ci appaiono come un'unica stella. Le stelle multiple presentano quasi sempre un accentuato contrasto di colore rubino smeraldo giallo e verde. Sono stelle doppia Sirio Alpha centauro e la stella centrale delle tre che formano il timone del Gran Carro è una stella tripla la Zeta del Cancro.
- Stelle novae astri particolarmente brillanti che appaiono all'improvviso nella volta celeste e poi scompaiono più o meno lentamente. Tali stelle dette novae per il loro subito apparire non sono nuove stelle che nascono sono in realtà esplosioni causate con tutta certezza da fenomeni atomici. In parole più semplici le stelle novae sono astri che improvvisamente si dilatano aumentando la superficie irradiante e quindi lo splendore poi esplodono proiettando nello spazio gli strati esterni. Questi danno origine ad un nebulosità di tipo planetario. Resta il nucleo che si riduce ad una stella nana bianca con temperatura molto alta e densità oltremodo elevata.
- Radio-stelle sorgenti di onde radio che provenienti dallo spazio possono essere captate dai radiotelescopi. Questi consistono principalmente in un sistema di antenne e in una sezione di rivelazione ed amplificazione. Radio-stelle possono trovarsi all'interno della Galassia come pure essere galassie distanti anni luce. Attualmente le radio-sorgenti possono essere distinte in
Galassie anormali con caratteristiche insolite in cui per esempio può presentarsi una appendice di colore diverso dal quello della galassia.
Galassie in collisione cioè in parte compenetrate. Logicamente le stelle a causa della loro distanza non possono urtarsi in tali collisioni si urtano invece le particelle di materia interstellare.
Oggetti galattici. E' stato possibile individuare come radio-sorgenti resti di supernovae e qualche nebulosa diffusa anormale.
martedì 17 ottobre 2017
colore delle stelle
colore delle stelle
L'astronomo Angelo Secchi (1818- 1878) tentò per primo di classificare le stelle in base al loro colore o per essere più precisi in base allo spettro di luce che da esse proviene. Esaminando gli spettri di un gran numero di stelle egli arrivò alla conclusione che essi possono essere raggruppati in un numero molto limitato di tipi. Comprese perciò le stelle in 4 tipi ai quali più tardi venne aggiunto un quinto. Strettamente legata al colore delle stelle è la temperatura.
ecco i 5 tipi di stelle :
L'astronomo Angelo Secchi (1818- 1878) tentò per primo di classificare le stelle in base al loro colore o per essere più precisi in base allo spettro di luce che da esse proviene. Esaminando gli spettri di un gran numero di stelle egli arrivò alla conclusione che essi possono essere raggruppati in un numero molto limitato di tipi. Comprese perciò le stelle in 4 tipi ai quali più tardi venne aggiunto un quinto. Strettamente legata al colore delle stelle è la temperatura.
ecco i 5 tipi di stelle :
- Stelle bianche o azzurrognole con temperatura che si aggira intorno ai 20.000 ° C. A questo punto appartiene la metà circa delle stelle visibili. Tra le maggiori ricordiamo Sirio Vega Altair Procione
- Stelle gialle con temperatura di 6.000 ° C. Un terzo delle stelle visibili appartiene a questo tipo. Sole Arturo Aldebaran La Stella Polare.
- Le stelle aranciate o rosse con temperatura di 3.000°C sono di questo tipo alfa centauri Betelgeuse Antares.
- Stelle rosso sangue con temperatura sotto i 3.000 ° C temperatura della corona solare
- Stelle ultra incandescenti con temperatura inferiore a quella delle stelle del tipo precedente di Cassiopea. Sia il colore che la temperatura si ricavano dall'esame spettroscopico. La temperatura va logicamente riferita alla superficie stellare. Internamente essa ha valore altissimo la temperatura interna del Sole per esempio dovrebbe raggiungere i 50 milioni di gradi.
magnitudine delle stelle
magnitudine delle stelle
Delle stelle venivano considerate una volta la grandezza apparente e quella assoluta.
La grandezza apparente di una stella era data dalla sua apparente luminosità la quale è maggiore o minore relativamente alla maggiore o minore vicinanza dal noi. In base a tale luminosità le stelle venivano classificate secondo una scala di grandezza che andava da 1 a 23. Tra una grandezze e l'altra differenza di splendore di 2.5 : le stelle di prima grandezza cioè hanno luminosità 2,5 volte maggiore di quella delle stelle di seconda grandezza; queste a loro volta hanno luminosità 2,5 volte maggiore di quella delle stelle di terza grandezza e così via. Le stelle 1a 2a 3a 4a 5a e 6a grandezza sono visibili ad occhio nudo e sono circa 6.000 le altre che vanno dalla 7a alla 23a grandezza possono essere rilevate per mezzo del telescopio e sono perciò dette stelle telescopiche. Alcune stelle presentano lucentezza maggiore di quella delle stelle di 1a grandezza per cui nella scala ai valori positivi minori di uno è stato necessario aggiungere quelli negativi.
Canopo ad esempio ha grandezza - 0,9 Sirio -1,6 il Sole -26,5.
la grandezza assoluta delle stelle veniva considerata in base allo splendore apparente che esse avrebbero assunto se fossero state tutte alla stessa distanza dalla Terra. Tale distanza fu stabilita in 10 parsec. Con delicati metodi di ricerca che tengono conto dell'intensità luminosa del colore e dello spettro della luce emanata si possono conoscere di un astro le reali dimensioni. In base a desse le stelle si distinguono in super in giganti in sub-giganti in nane medie in nane ed in sub nane. le prime hanno scarsa densità intenso splendore temperatura che può raggiungere i 30 milioni di gradi e diametro centinaia di volte quello del Sole (Canopo ha volume 1 milione di volte maggiore di quello del Sole; Sirio 12 volte. Le ultime sono molto dense hanno colore rosso-giallo e dimensioni approssimativamente uguali a quelle del Sole.
Oggi il termine grandezza viene sostituito da magnitudine con cui si indica lo splendore apparente di un astro indipendentemente dalle sue dimensioni. L'indicazione magnitudine apparente è come quella della grandezza : -2, -1, 2, ecc. A magnitudine maggiore cioè corrispondono stelle meno luminose. E propriamente se la magnitudine cresce di una unità la luminosità della stella è di 2,5 minore.
La magnitudine assoluta si definisce come la magnitudine apparente che la stella avrebbe ad una distanza di 10 parsec. Il sole ha magnitudine apparente 26m,7 magnitudine assoluta 4m, 8 come una stella di quinta grandezza.
Delle stelle venivano considerate una volta la grandezza apparente e quella assoluta.
La grandezza apparente di una stella era data dalla sua apparente luminosità la quale è maggiore o minore relativamente alla maggiore o minore vicinanza dal noi. In base a tale luminosità le stelle venivano classificate secondo una scala di grandezza che andava da 1 a 23. Tra una grandezze e l'altra differenza di splendore di 2.5 : le stelle di prima grandezza cioè hanno luminosità 2,5 volte maggiore di quella delle stelle di seconda grandezza; queste a loro volta hanno luminosità 2,5 volte maggiore di quella delle stelle di terza grandezza e così via. Le stelle 1a 2a 3a 4a 5a e 6a grandezza sono visibili ad occhio nudo e sono circa 6.000 le altre che vanno dalla 7a alla 23a grandezza possono essere rilevate per mezzo del telescopio e sono perciò dette stelle telescopiche. Alcune stelle presentano lucentezza maggiore di quella delle stelle di 1a grandezza per cui nella scala ai valori positivi minori di uno è stato necessario aggiungere quelli negativi.
Canopo ad esempio ha grandezza - 0,9 Sirio -1,6 il Sole -26,5.
la grandezza assoluta delle stelle veniva considerata in base allo splendore apparente che esse avrebbero assunto se fossero state tutte alla stessa distanza dalla Terra. Tale distanza fu stabilita in 10 parsec. Con delicati metodi di ricerca che tengono conto dell'intensità luminosa del colore e dello spettro della luce emanata si possono conoscere di un astro le reali dimensioni. In base a desse le stelle si distinguono in super in giganti in sub-giganti in nane medie in nane ed in sub nane. le prime hanno scarsa densità intenso splendore temperatura che può raggiungere i 30 milioni di gradi e diametro centinaia di volte quello del Sole (Canopo ha volume 1 milione di volte maggiore di quello del Sole; Sirio 12 volte. Le ultime sono molto dense hanno colore rosso-giallo e dimensioni approssimativamente uguali a quelle del Sole.
Oggi il termine grandezza viene sostituito da magnitudine con cui si indica lo splendore apparente di un astro indipendentemente dalle sue dimensioni. L'indicazione magnitudine apparente è come quella della grandezza : -2, -1, 2, ecc. A magnitudine maggiore cioè corrispondono stelle meno luminose. E propriamente se la magnitudine cresce di una unità la luminosità della stella è di 2,5 minore.
La magnitudine assoluta si definisce come la magnitudine apparente che la stella avrebbe ad una distanza di 10 parsec. Il sole ha magnitudine apparente 26m,7 magnitudine assoluta 4m, 8 come una stella di quinta grandezza.
lunedì 16 ottobre 2017
le stelle
le stelle
Le stelle sono astri allo stato fluido incandescente dotate di luce propria e di alta temperatura. Quest'ultima è generata da una violentissima disgregazione atomica. Si compiono infatti in esse ( e quindi anche nel sole) processi di trasmutazione atomica (reazioni termonucleari ). Prima dperò di parlare di tali reazioni è opportuno premettere alcuni cenni sulla probabile struttura interna delle stelle avvalendoci di modelli stellari proposti dai moderni astronomi dal momento che è assolutamente impossibile giungere ad un accertamento per via diretta.
Quello che diremo delle stelle vale anche per il sole.
Una stella risulterebbe formata da un nucleo centrale fuso e denso in cui si compiono reazioni termonucleari, da un primo strato avvolgente in cui si verifica il trasporto di radiazioni verso l'esterno da un secondo involucro detto fotosfera in cui si manifestano movimenti connettivi cioè la materia in essa contenuta sale e scende rimescolandosi continuamente.
Oltre la fotosfera si estende l'atmosfera trasparente distinta a sua volta in strato invertente o cromosfera.
Le stelle hanno approssimativamente la stessa composizione chimica: risultano infatti composto da idrogeno elio in un dato rapporto e di frazioni di altri elementi quali carbonio azoto ossigeno ferro silicio magnesio e neon. Nel nucleo stellare si compiono come si è già accennato razioni termonucleari che possono essere schematizzate
4 nuclei di idrogeno (protoni ) fondendosi danno origine ad un nucleo di elio (si ricordi che per l'alta temperatura e l'elevata pressione del nucleo gli atomi ivi esistenti soprattutto H e He sono privi di elettroni periferici e si scontrano continuamente essendo carichi positivamente; come i protoni anche gli elettroni vanno per conto loro). Un nucleo di elio dovrebbe pesare come i 4 nuclei di idrogeno da cui deriva invece persa un po' mono in quanto una parte di massa si è trasformata in energia. E l'equivalente di energia di una massa piccola quanto si voglia è dato dalla equazione di Einstein
dove E = energia espressa in erg m= massa espressa in grammi e c = velocità della luce pari a circa 300000 km sec.
La trasformazione dell'idrogeno in elio provoca la contrazione e il riscaldamento della regione centrale delle stelle. A sua volta la temperatura così ottenuta accelera la velocità con cui l'idrogeno diventa elio con conseguente aumento di energia. La stella diventa in tal modo più luminosa e la parte esterna si espande. Bisogna però precisare che il consumo dell'idrogeno nella regione centrale delle stelle è molto lento. Si ritiene che in una stella la cui massa sia uguale a quella del Sole l'idrogeno del nucleo impieghi circa dieci miliardi di anni per consumarsi completamente.
Allorché si compie l'esaurimento dell'idrogeno interno la stella si presenta con un nucleo di elio avvolto da uno strato con il rapporto originario di idrogeno ed elio. Il nucleo stesso comincia a contrasti per effetto del proprio peso diventando man mano più denso e più caldo fino a che la temperatura raggiunge un grato tale che l'idrogeno presente nella regione che circonda il nucleo comincia a trasformarsi in elio. Durante questa trasformazione l'involucro stellare si spande con rapidità e la stella si ingrandisce sempre di più trasformandosi in gigante rossa.
Con la trasformazione dell'idrogeno in elio in strati via via più esterni il nucleo di elio cresce e continua a contrarsi e quindi a riscaldarsi fino a giungere ad una temperatura di circa 100 milioni di gradi. A questo punto inizia una nuova reazione del nucleo; dalla fusione di 3 nuclei di elio si ha la formazione di un nucleo di carbonio; un nucleo di carbonio origina un nucleo di ossigeno per cattura di un altro nucleo di elio. Con il consumarsi dell'elio la sterra verrà ad esser costituita da un nucleo di carbonio e ossigeno da un involucro in cui l'elio continua a bruciare e da uno strato più esterno dove le reazioni nucleari trasformano l'idrogeno in elio.
Le fasi successive che portano alla morte delle stelle sono diverse per le stelle con massa inferiore a quella del Sole (stelle leggere) e per quelle con massa superiore (stelle massicce).
Melle stelle leggere quando tutto l'idrogeno periferico si è trasformato in elio si verrà ad avere un nucleo di carbonio e ossigeno e un sottile involucro di elio. In questa fase l'astro si mostrerà particolarmente luminoso e molto caldo superficialmente. Poi con la fine dell'idrogeno periferico la stella man mano si affievolisce si contrae e si trasforma in massa bianca di dimensioni pressappoco come quelle della Terra ma talmente densa che in ogni centimetro cubo sono racchiuse decine di tonnellate di materia. Durante il periodo di raffreddamento la stella emette ancora luce, ma sempre più fievole fino a quando nessun telescopio riuscirà più a vederla.
Diversa è la sorte delle stelle massicce. Dopo la formazione del nucleo di carbonio e ossigeno si verifica la trasformazione dei nuclei di carbonio in nuclei di magnesio con sviluppo di tanta energia termica che la temperatura nella parte centrale si innalza fino a centinaia di milioni di gradi. In queste condizioni si avrà la totale trasformazione del carbonio; poi anche l'ossigeno e il magnesio fonderanno del tutto e daranno origine alla produzione del silicio e quindi ad un nucleo di ferro intorno al quale si susseguono strati di diversa composizione. La temperatura interna cresce ancora e allorché supera il miliardo di gradi i nuclei di ferro urtandosi si spezzano assorbendo una grande energia. Il nucleo allora privo della necessaria energia in brevissimo tempo si contrae e diventa enormemente piccolo e denso traendo a sé gli strati più esterni. La contrazione di questi però dà luogo ad un improvviso riscaldamento che mette in moto le reazioni nucleari con produzione di tanta energia che ad un certo punto la stella si trasforma in supernova; l'interno esplode e scaraventa nello spazio il materiale degli strati esterni costituito in prevalenza da ferro silicio e magnesio carbonio e ossigeno; elementi formati durante le reazioni nucleari e che poi sono gli stessi di cui noi siamo in gran parte composti.
La supernova dopo l'esplosione diventa talmente densa che 1 cm cubo della sua materia avrebbe sulla Terra il peso di 100 milioni di tonnellate. Crescendo ancora la sua densità essa si trasforma in una stella a neutroni in cui si verificherebbero un dissolvimento dei nuclei atomici e una formazione di neutroni in seguito alla fusione di protoni ed elettroni. Le dimensioni del corpo celeste si ridurrebbero a quelle di una piccola sfera oltremodo densa dotata di una grandissima velocità con un diametro di 20 - 30 km. Da esso giungerebbero ai nostri strumenti radio-onde sotto forma di pulsazioni per cui al corpo stesso è stato dato il nome di pulsar: Quando una stella giunge nell'ultima parte della sua evoluzione si trasforma secondo alcuni in quello che viene chiamato buco nero un oggetto freddo che appunto perché nero non può esser visto ne osservato dotato di una tale forza di gravità che qualsiasi cos o forma di energia passasse nelle vicinanze subirebbe una tale attrazione che sarebbe costretta a penetrarvi senza poterne uscire.
Le stelle presentano un caratteristico scintillio più intenso quanto più sono basse sull'orizzonte e meno quando sono alte sopra di noi dovuto alla variazione dello stato dell'atmosfera. Esse inoltre sembrano conservare sempre la stessa posizione una rispetto all'altra così da dare l'impressione di essere infisse nella volta celeste onde il nome dato loro di stelle fisse. Solo quelle più vicine al sistema solare a causa del movimento di rivoluzione della terra sembrano percorrere rispetto alle stelle più lontane un'orbita ellittica che altro non è se non la proiezione dell'orbita terrestre sulla sfera celeste.
La distanza degli astri si esprime in UNITA' ASTRONOMICA ANNO LUCE E PARSEC.
L'UNITA' ASTRONOMICA pari a circa km 149.600.000 corrisponde alla distanza media Terra-sole. Dire che un astro dista 100 unità astronomiche significa che la sua distanza da noi corrisponde 100 volte quella tra Terra e Sole.
L'ANNO LUCE è lo spazio percorso dalla luce in un anno. Poiché la velocità della luce è di circa 300.000 km al secondo un anno luce corrisponde a 9.460 miliardi di km pari a circa 63 mila volte la distanza tra Sole e Terra.
Dei corpi celesti la maggior parte ha una distanza da noi pari a miliardi di anni luce.
IL PARSEC (parallasse-secondo) è la distanza di una stella avente la parallasse di un secondo d'arco. Equivale a 3.262 anni-luce. Si dice parallasse stellare (dal greco =deviazione) l'angolo sotto cui da una stella è visto il semiasse maggiore dell'orbita terrestre immaginato perpendicolare alla congiunzione Terra sole. Escludendo il sole la cui parallasse è di 8",794 nessuna stella ha la parallasse 1".
La stella più vicina è Proxima Centauri e la sua parallasse misura 0",79. Se la parallasse di una stella è di 1" la sua distanza è di 1 parsec se la parallasse è di 2" la distanza sarà 1/2 parsec.
Cioè la distanza di una stella in parsec è l'inverso della sua parallasse espressa in secondi di arco.
Ecco le distanze di alcune stelle dalla terra secondo il metodo fotometrico che sfrutta l'intensità luminosa delle Cefeidi stelle che si possono considerare fari celesti
Sole 8m 19 s
Sirio anni 10
vega anni 25
mizar " 70
Algol " 163
Deneb 540
Proxima centauri anni 4,1
altair " 14
stella polare " 47
antares " 126
Bellatrice " 172
Rigel " 546
Le stelle sono astri allo stato fluido incandescente dotate di luce propria e di alta temperatura. Quest'ultima è generata da una violentissima disgregazione atomica. Si compiono infatti in esse ( e quindi anche nel sole) processi di trasmutazione atomica (reazioni termonucleari ). Prima dperò di parlare di tali reazioni è opportuno premettere alcuni cenni sulla probabile struttura interna delle stelle avvalendoci di modelli stellari proposti dai moderni astronomi dal momento che è assolutamente impossibile giungere ad un accertamento per via diretta.
Quello che diremo delle stelle vale anche per il sole.
Una stella risulterebbe formata da un nucleo centrale fuso e denso in cui si compiono reazioni termonucleari, da un primo strato avvolgente in cui si verifica il trasporto di radiazioni verso l'esterno da un secondo involucro detto fotosfera in cui si manifestano movimenti connettivi cioè la materia in essa contenuta sale e scende rimescolandosi continuamente.
Oltre la fotosfera si estende l'atmosfera trasparente distinta a sua volta in strato invertente o cromosfera.
Le stelle hanno approssimativamente la stessa composizione chimica: risultano infatti composto da idrogeno elio in un dato rapporto e di frazioni di altri elementi quali carbonio azoto ossigeno ferro silicio magnesio e neon. Nel nucleo stellare si compiono come si è già accennato razioni termonucleari che possono essere schematizzate
4 nuclei di idrogeno (protoni ) fondendosi danno origine ad un nucleo di elio (si ricordi che per l'alta temperatura e l'elevata pressione del nucleo gli atomi ivi esistenti soprattutto H e He sono privi di elettroni periferici e si scontrano continuamente essendo carichi positivamente; come i protoni anche gli elettroni vanno per conto loro). Un nucleo di elio dovrebbe pesare come i 4 nuclei di idrogeno da cui deriva invece persa un po' mono in quanto una parte di massa si è trasformata in energia. E l'equivalente di energia di una massa piccola quanto si voglia è dato dalla equazione di Einstein
dove E = energia espressa in erg m= massa espressa in grammi e c = velocità della luce pari a circa 300000 km sec.
La trasformazione dell'idrogeno in elio provoca la contrazione e il riscaldamento della regione centrale delle stelle. A sua volta la temperatura così ottenuta accelera la velocità con cui l'idrogeno diventa elio con conseguente aumento di energia. La stella diventa in tal modo più luminosa e la parte esterna si espande. Bisogna però precisare che il consumo dell'idrogeno nella regione centrale delle stelle è molto lento. Si ritiene che in una stella la cui massa sia uguale a quella del Sole l'idrogeno del nucleo impieghi circa dieci miliardi di anni per consumarsi completamente.
Allorché si compie l'esaurimento dell'idrogeno interno la stella si presenta con un nucleo di elio avvolto da uno strato con il rapporto originario di idrogeno ed elio. Il nucleo stesso comincia a contrasti per effetto del proprio peso diventando man mano più denso e più caldo fino a che la temperatura raggiunge un grato tale che l'idrogeno presente nella regione che circonda il nucleo comincia a trasformarsi in elio. Durante questa trasformazione l'involucro stellare si spande con rapidità e la stella si ingrandisce sempre di più trasformandosi in gigante rossa.
Con la trasformazione dell'idrogeno in elio in strati via via più esterni il nucleo di elio cresce e continua a contrarsi e quindi a riscaldarsi fino a giungere ad una temperatura di circa 100 milioni di gradi. A questo punto inizia una nuova reazione del nucleo; dalla fusione di 3 nuclei di elio si ha la formazione di un nucleo di carbonio; un nucleo di carbonio origina un nucleo di ossigeno per cattura di un altro nucleo di elio. Con il consumarsi dell'elio la sterra verrà ad esser costituita da un nucleo di carbonio e ossigeno da un involucro in cui l'elio continua a bruciare e da uno strato più esterno dove le reazioni nucleari trasformano l'idrogeno in elio.
Le fasi successive che portano alla morte delle stelle sono diverse per le stelle con massa inferiore a quella del Sole (stelle leggere) e per quelle con massa superiore (stelle massicce).
Melle stelle leggere quando tutto l'idrogeno periferico si è trasformato in elio si verrà ad avere un nucleo di carbonio e ossigeno e un sottile involucro di elio. In questa fase l'astro si mostrerà particolarmente luminoso e molto caldo superficialmente. Poi con la fine dell'idrogeno periferico la stella man mano si affievolisce si contrae e si trasforma in massa bianca di dimensioni pressappoco come quelle della Terra ma talmente densa che in ogni centimetro cubo sono racchiuse decine di tonnellate di materia. Durante il periodo di raffreddamento la stella emette ancora luce, ma sempre più fievole fino a quando nessun telescopio riuscirà più a vederla.
Diversa è la sorte delle stelle massicce. Dopo la formazione del nucleo di carbonio e ossigeno si verifica la trasformazione dei nuclei di carbonio in nuclei di magnesio con sviluppo di tanta energia termica che la temperatura nella parte centrale si innalza fino a centinaia di milioni di gradi. In queste condizioni si avrà la totale trasformazione del carbonio; poi anche l'ossigeno e il magnesio fonderanno del tutto e daranno origine alla produzione del silicio e quindi ad un nucleo di ferro intorno al quale si susseguono strati di diversa composizione. La temperatura interna cresce ancora e allorché supera il miliardo di gradi i nuclei di ferro urtandosi si spezzano assorbendo una grande energia. Il nucleo allora privo della necessaria energia in brevissimo tempo si contrae e diventa enormemente piccolo e denso traendo a sé gli strati più esterni. La contrazione di questi però dà luogo ad un improvviso riscaldamento che mette in moto le reazioni nucleari con produzione di tanta energia che ad un certo punto la stella si trasforma in supernova; l'interno esplode e scaraventa nello spazio il materiale degli strati esterni costituito in prevalenza da ferro silicio e magnesio carbonio e ossigeno; elementi formati durante le reazioni nucleari e che poi sono gli stessi di cui noi siamo in gran parte composti.
La supernova dopo l'esplosione diventa talmente densa che 1 cm cubo della sua materia avrebbe sulla Terra il peso di 100 milioni di tonnellate. Crescendo ancora la sua densità essa si trasforma in una stella a neutroni in cui si verificherebbero un dissolvimento dei nuclei atomici e una formazione di neutroni in seguito alla fusione di protoni ed elettroni. Le dimensioni del corpo celeste si ridurrebbero a quelle di una piccola sfera oltremodo densa dotata di una grandissima velocità con un diametro di 20 - 30 km. Da esso giungerebbero ai nostri strumenti radio-onde sotto forma di pulsazioni per cui al corpo stesso è stato dato il nome di pulsar: Quando una stella giunge nell'ultima parte della sua evoluzione si trasforma secondo alcuni in quello che viene chiamato buco nero un oggetto freddo che appunto perché nero non può esser visto ne osservato dotato di una tale forza di gravità che qualsiasi cos o forma di energia passasse nelle vicinanze subirebbe una tale attrazione che sarebbe costretta a penetrarvi senza poterne uscire.
Le stelle presentano un caratteristico scintillio più intenso quanto più sono basse sull'orizzonte e meno quando sono alte sopra di noi dovuto alla variazione dello stato dell'atmosfera. Esse inoltre sembrano conservare sempre la stessa posizione una rispetto all'altra così da dare l'impressione di essere infisse nella volta celeste onde il nome dato loro di stelle fisse. Solo quelle più vicine al sistema solare a causa del movimento di rivoluzione della terra sembrano percorrere rispetto alle stelle più lontane un'orbita ellittica che altro non è se non la proiezione dell'orbita terrestre sulla sfera celeste.
La distanza degli astri si esprime in UNITA' ASTRONOMICA ANNO LUCE E PARSEC.
L'UNITA' ASTRONOMICA pari a circa km 149.600.000 corrisponde alla distanza media Terra-sole. Dire che un astro dista 100 unità astronomiche significa che la sua distanza da noi corrisponde 100 volte quella tra Terra e Sole.
L'ANNO LUCE è lo spazio percorso dalla luce in un anno. Poiché la velocità della luce è di circa 300.000 km al secondo un anno luce corrisponde a 9.460 miliardi di km pari a circa 63 mila volte la distanza tra Sole e Terra.
Dei corpi celesti la maggior parte ha una distanza da noi pari a miliardi di anni luce.
IL PARSEC (parallasse-secondo) è la distanza di una stella avente la parallasse di un secondo d'arco. Equivale a 3.262 anni-luce. Si dice parallasse stellare (dal greco =deviazione) l'angolo sotto cui da una stella è visto il semiasse maggiore dell'orbita terrestre immaginato perpendicolare alla congiunzione Terra sole. Escludendo il sole la cui parallasse è di 8",794 nessuna stella ha la parallasse 1".
La stella più vicina è Proxima Centauri e la sua parallasse misura 0",79. Se la parallasse di una stella è di 1" la sua distanza è di 1 parsec se la parallasse è di 2" la distanza sarà 1/2 parsec.
Cioè la distanza di una stella in parsec è l'inverso della sua parallasse espressa in secondi di arco.
Ecco le distanze di alcune stelle dalla terra secondo il metodo fotometrico che sfrutta l'intensità luminosa delle Cefeidi stelle che si possono considerare fari celesti
Sole 8m 19 s
Sirio anni 10
vega anni 25
mizar " 70
Algol " 163
Deneb 540
Proxima centauri anni 4,1
altair " 14
stella polare " 47
antares " 126
Bellatrice " 172
Rigel " 546
domenica 15 ottobre 2017
circoli verticali e meridiani celesti
circoli verticali e meridiani celesti
I circoli massimi della sfera celeste che passano per lo zenit e il nadir si dicono circoli verticali.
Essi sono infiniti ma se ne considerano due quello che passa anche dai poli celesti e quello perpendicolare ad esso. Il primo si chiama circolo meridiano o semplicemente meridiano il secondo prende il nome di circolo verticale. I piani di questi due circoli verticali tagliano il piano dell'orizzonte secondo una croce che indica i 4 punti cardinali Nord Sud Est Ovest i quali se si osservano dallo zenit si susseguono in senso orario e cioè Nord Est Sud Ovest.
I meridiani celesti sono circoli massimi che passano per il poli. Se ne considerano 12 interi e quindi 24 semicerchi. Essi prendono anche il nome di circoli orari perché la metà di ogni meridiano passa ogni ora davanti ad un osservatore che sia in un punto della Terra.
In un punto di stazione la linea meridiana è data dalla direzione della minima ombra di un'asta verticale nel momento in cui il Sole si trova nella culminazione superiore. Tal ombra è rivolta a nord per i punti dell'emisfero boreale a sud per quelli dell'emisfero australe.
I circoli massimi della sfera celeste che passano per lo zenit e il nadir si dicono circoli verticali.
Essi sono infiniti ma se ne considerano due quello che passa anche dai poli celesti e quello perpendicolare ad esso. Il primo si chiama circolo meridiano o semplicemente meridiano il secondo prende il nome di circolo verticale. I piani di questi due circoli verticali tagliano il piano dell'orizzonte secondo una croce che indica i 4 punti cardinali Nord Sud Est Ovest i quali se si osservano dallo zenit si susseguono in senso orario e cioè Nord Est Sud Ovest.
I meridiani celesti sono circoli massimi che passano per il poli. Se ne considerano 12 interi e quindi 24 semicerchi. Essi prendono anche il nome di circoli orari perché la metà di ogni meridiano passa ogni ora davanti ad un osservatore che sia in un punto della Terra.
In un punto di stazione la linea meridiana è data dalla direzione della minima ombra di un'asta verticale nel momento in cui il Sole si trova nella culminazione superiore. Tal ombra è rivolta a nord per i punti dell'emisfero boreale a sud per quelli dell'emisfero australe.
zenit nadir e verticale
zenit nadir e verticale
VERTICALE di un punto sulla superficie è quella retta che parte da centro della terra e passa per quel punto prolungandosi fino alla volta celeste. Approssimativamente corrisponde alla direzione del filo a piombo. La suddetta verticale incontra la volta celeste in un punto celeste chiamato ZENIT( dall'arabo samt = direzione ); il punto diametralmente opposto nell'emisfero celeste da noi non visibile indicato dal prolungamento della verticale che passi per il centro della terra prende il nome di NADIR (dall'arabo nathir = opposto). La posizione dello zenit e del nadir cambia se si sposta il punto di stazione sulla superficie terrestre. Trovandosi infatti l'osservatore nella stessa direzione della suddetta verticale ma nell'emisfero opposto, lo zenit diventa nadir e il nadir diventa zenit
VERTICALE di un punto sulla superficie è quella retta che parte da centro della terra e passa per quel punto prolungandosi fino alla volta celeste. Approssimativamente corrisponde alla direzione del filo a piombo. La suddetta verticale incontra la volta celeste in un punto celeste chiamato ZENIT( dall'arabo samt = direzione ); il punto diametralmente opposto nell'emisfero celeste da noi non visibile indicato dal prolungamento della verticale che passi per il centro della terra prende il nome di NADIR (dall'arabo nathir = opposto). La posizione dello zenit e del nadir cambia se si sposta il punto di stazione sulla superficie terrestre. Trovandosi infatti l'osservatore nella stessa direzione della suddetta verticale ma nell'emisfero opposto, lo zenit diventa nadir e il nadir diventa zenit
giovedì 12 ottobre 2017
orizzonte terrestre
orizzonte terrestre
L'orizzonte terrestre ( dal greco orizon = limitante) di un punto esterno della terra è quella linea circolare avente per centro l'occhio dell'osservatore che limita la parte di superficie che un osservatore può vedere. Contale termine però si indica la linea circolare delimitante che la parte di superficie in essa racchiusa. A causa della rifrazione della luce si rendono visibili anche alcuni oggetti posti un po' più sotto l'orizzonte terrestre per cui tale orizzonte deve essere distinto da quello visibile o marino perché visibile in alto mare che è leggermente più esteso. Si dice orizzonte apparente o piano dell'orizzonte il piano tangente alla superficie terrestre sul punto di stazione. Un piano parallelo al suddetto ma passante per il centro della Terra e d esteso fino ad incontrare la sfera celeste viene chiamato orizzonte astronomico o matematico o razionale. L'orizzonte apparente e l'orizzonte astronomico si possono considerare coincidenti essendo trascurabile il valore del raggio terrestre relativamente alle grandezze celesti. In astronomia infatti la Terra è considerata un punto. L'orizzonte varia con lo spostarsi dell'osservatore in senso orizzontale ed in senso verticale. Il raggio R dell'orizz
onte terrestre si può calcolare con la seguente formula :
L'orizzonte terrestre ( dal greco orizon = limitante) di un punto esterno della terra è quella linea circolare avente per centro l'occhio dell'osservatore che limita la parte di superficie che un osservatore può vedere. Contale termine però si indica la linea circolare delimitante che la parte di superficie in essa racchiusa. A causa della rifrazione della luce si rendono visibili anche alcuni oggetti posti un po' più sotto l'orizzonte terrestre per cui tale orizzonte deve essere distinto da quello visibile o marino perché visibile in alto mare che è leggermente più esteso. Si dice orizzonte apparente o piano dell'orizzonte il piano tangente alla superficie terrestre sul punto di stazione. Un piano parallelo al suddetto ma passante per il centro della Terra e d esteso fino ad incontrare la sfera celeste viene chiamato orizzonte astronomico o matematico o razionale. L'orizzonte apparente e l'orizzonte astronomico si possono considerare coincidenti essendo trascurabile il valore del raggio terrestre relativamente alle grandezze celesti. In astronomia infatti la Terra è considerata un punto. L'orizzonte varia con lo spostarsi dell'osservatore in senso orizzontale ed in senso verticale. Il raggio R dell'orizz
onte terrestre si può calcolare con la seguente formula :
mercoledì 11 ottobre 2017
la sfera celeste
la sfera celeste
la sfera celeste è una sfera del tutto immaginaria azzurra di giorno e cosparsa di punti luminosi di notte. sulla sua superficie sono proiettati le stelle e i corpi celesti: E' una illusione dei nostri sensi. Essa ruota su stessa da est verso ovest cioè nel senso del cammino apparente diurno del Sole (senso retrogrado o orario ) attorno al suo asse detto asse del mondo o asse celeste un prolungamento dell'asse terrestre ed al centro troviamo la terra. Non si può misurare anche perché tutti i corpi celesti appaiono all'occhio umano alla stessa distanza.
Tutto ciò possiamo ritenerlo come immaginario perché sappiamo che è la terra che gira e non il cielo e che le stelle hanno differenti distanze. Utilizziamo la sfera celeste per comodità per spiegare tutti i fenomeni astronomici che vediamo. Gli astri in teoria non tramontano ma è quello che riusciamo a percepire. I fenomeni visuali rimangono i medesimi e sono rappresentati nella sfera celeste come succedeva nell'antichità
L'asse di rotazione è una retta attorno alla quale ruota la sfera celeste i poli celesti sono i punti in cui questa retta interseca la sfera celeste quini possiamo immaginare un polo nord celeste e un polo sud celeste cioè la proiezione dei nostri poli sulla sfera celeste.
Nella sfera celeste ci sono dei circoli detti circoli massimi che hanno per centro il centro della sfera celeste sono grandi quanto la sfera. L'equatore celeste e la proiezione dell'equatore sulla sfera celeste.
La parola equatore deriva dal fatto che in tutti i punti dell'equatore la durata del giorno e della notte hanno la stessa durata.
L'equatore divide la sfera celeste in due emisferi l'emisfero celeste nord e l'emisfero celeste sud
L'eclittica è il circolo massimo della sfera celeste inclinato di 23° 27' rispetto all'equatore ( anche se nei secoli cambia inclinazione) che rappresenta la proiezione del piano orbitale della terra intorno al sole sulla superficie celeste si chiama eclittica per il fatto che in questo circolo avvengono le eclissi di sole e luna. Sull'eclittica troviamo il polo nord e il polo sud dell'eclittica che sono rispettivamente più vicini al polo nord e polo sud celesti.
Gli equinozi sono i punti dove l'eclittica interseca l'equatore quando il sole passa da tali punti il giorno e la notte sono uguali per durata il 21 di marzo il sole si trova all'equinozio di primavera il punto gamma o vernale e il 23 settembre circa il sole si trova nell'equinozio di autunno.
I solstizi sono i punti in cui l'eclittica raggiunge la maggior distanza dall'equatore il 21 giugno il sole si trova al solstizio d'estate e ed è il giorno più lungo rispetto alla notte e il 21 dicembre si trova nel solstizio d'inverno il giorno più corto rispetto alla notte
la sfera celeste è una sfera del tutto immaginaria azzurra di giorno e cosparsa di punti luminosi di notte. sulla sua superficie sono proiettati le stelle e i corpi celesti: E' una illusione dei nostri sensi. Essa ruota su stessa da est verso ovest cioè nel senso del cammino apparente diurno del Sole (senso retrogrado o orario ) attorno al suo asse detto asse del mondo o asse celeste un prolungamento dell'asse terrestre ed al centro troviamo la terra. Non si può misurare anche perché tutti i corpi celesti appaiono all'occhio umano alla stessa distanza.
Tutto ciò possiamo ritenerlo come immaginario perché sappiamo che è la terra che gira e non il cielo e che le stelle hanno differenti distanze. Utilizziamo la sfera celeste per comodità per spiegare tutti i fenomeni astronomici che vediamo. Gli astri in teoria non tramontano ma è quello che riusciamo a percepire. I fenomeni visuali rimangono i medesimi e sono rappresentati nella sfera celeste come succedeva nell'antichità
L'asse di rotazione è una retta attorno alla quale ruota la sfera celeste i poli celesti sono i punti in cui questa retta interseca la sfera celeste quini possiamo immaginare un polo nord celeste e un polo sud celeste cioè la proiezione dei nostri poli sulla sfera celeste.
Nella sfera celeste ci sono dei circoli detti circoli massimi che hanno per centro il centro della sfera celeste sono grandi quanto la sfera. L'equatore celeste e la proiezione dell'equatore sulla sfera celeste.
La parola equatore deriva dal fatto che in tutti i punti dell'equatore la durata del giorno e della notte hanno la stessa durata.
L'equatore divide la sfera celeste in due emisferi l'emisfero celeste nord e l'emisfero celeste sud
L'eclittica è il circolo massimo della sfera celeste inclinato di 23° 27' rispetto all'equatore ( anche se nei secoli cambia inclinazione) che rappresenta la proiezione del piano orbitale della terra intorno al sole sulla superficie celeste si chiama eclittica per il fatto che in questo circolo avvengono le eclissi di sole e luna. Sull'eclittica troviamo il polo nord e il polo sud dell'eclittica che sono rispettivamente più vicini al polo nord e polo sud celesti.
Gli equinozi sono i punti dove l'eclittica interseca l'equatore quando il sole passa da tali punti il giorno e la notte sono uguali per durata il 21 di marzo il sole si trova all'equinozio di primavera il punto gamma o vernale e il 23 settembre circa il sole si trova nell'equinozio di autunno.
I solstizi sono i punti in cui l'eclittica raggiunge la maggior distanza dall'equatore il 21 giugno il sole si trova al solstizio d'estate e ed è il giorno più lungo rispetto alla notte e il 21 dicembre si trova nel solstizio d'inverno il giorno più corto rispetto alla notte
definizione di geografia della terra
definizione di geografia della terra
La geografia è la scienza che ha per oggetto la descrizione e la rappresentazione della terra e più precisamente la superficie terrestre dal greco ghe = terra e graphia= descrizione.
Il termine divenne di uso comune solamente nell'età alessandrina allorché ebbe larga diffusione l'opera dell'astronomo e matematico greco Eratostene (276 -196 a.C.) intitolata appunto GEOGRAFIA e composta con intendimenti geografici.
Col passare degli anni pur rimanendo invariato il concetto espresso dalla parola andarono sempre più dilatandosi i confini del campo di indagine della Geografia e furono approfonditi i metodi di ricerca dei fenomeni che si manifestano sulla superficie terrestre. Contribuirono ad ampliare e ad approfondire le conoscenze geografiche i viaggi e le scoperte.
La geografia pur essendo una scienza unitaria ed organica per semplicità didattica può essere distinta in generale e particolare. La prima esamina i molteplici fenomeni che si svolgono sull'intera superficie terrestre la seconda detta anche corografia ( dal greco chorographia=descrizione dei paesi) o geografia regionale si occupa dei diversi aspetti di una regione(Francia Svizzera Italia ecc.).
Nel 1649 Bernardo Varenius propose di dividere la Geografia generale nelle seguenti parti che rappresentano altrettante facce di un unico prisma:
1) GEOGRAFIA ASTRONOMICA O ASTRONOMIA che studia la Terra in relazione agli altri astri e come componente del sistema solare. L'astronomia definita da Laplace " il più grande monumento del pensiero umano " ha potuto progredire e svilupparsi grazie al contributo dell'Astrofisica che studia le proprietà fisiche e chimiche degli astri ; dell'Astromeccanica che si occupa dei movimenti e delle posizioni e Radioastronomia che ci permette di identificare la posizione e la natura degli astri anche non visibili per mezzo di radio telescopi apparecchi che captano onde Hertziane che provengono dagli astri.
2) GEOGRAFIA MATEMATICAche studia la forma e le dimensioni della Terra (Geodesia) e si occupa inoltre della sua rappresentazione grafica (cartografia).
3) GEOGRAFIA FISICA che prende in esame la configurazione della superficie terrestre e le modificazioni che su di essa avvengono per azione di forze esterne (Esodinamica) di forze interne (Endodinamica) o di esseri viventi (biodinamica . Questo ramo della geografia comprende a sua volta al Meteorologia (cioè lo studio dei fenomeni atmosferici) l'Oceanografia (studio dei mari e dei loro fenomeni) la Potamologia (studio dei fiumi ) la Limnologia (studio dei laghi) la glaciologia (studio dei ghiacciai) vulcanologia (studio dei vulcani) e la sismologia (studio dei terremoti).
4) GEOGRAFIA BIOLOGICA O BIOGEOGRAFIA che considera la distribuzione geografica degli animali (zoogeografia) e delle piante (fitogeografia)
5) GEOLOGIA che si occupa delle formazioni attuali della superficie terrestre e ricompone la storia della loro evoluzione.
6) GEOGRAFIA ANTROPOICA che esamina i caratteri fisici morali e culturali della specie umana (etnologia) la sua distribuzione sulla superficie terrestre (geografia politica) e le sue attività svolte per il soddisfacimento dei molteplici bisogni (geografia economica).
La geografia è la scienza che ha per oggetto la descrizione e la rappresentazione della terra e più precisamente la superficie terrestre dal greco ghe = terra e graphia= descrizione.
Il termine divenne di uso comune solamente nell'età alessandrina allorché ebbe larga diffusione l'opera dell'astronomo e matematico greco Eratostene (276 -196 a.C.) intitolata appunto GEOGRAFIA e composta con intendimenti geografici.
Col passare degli anni pur rimanendo invariato il concetto espresso dalla parola andarono sempre più dilatandosi i confini del campo di indagine della Geografia e furono approfonditi i metodi di ricerca dei fenomeni che si manifestano sulla superficie terrestre. Contribuirono ad ampliare e ad approfondire le conoscenze geografiche i viaggi e le scoperte.
La geografia pur essendo una scienza unitaria ed organica per semplicità didattica può essere distinta in generale e particolare. La prima esamina i molteplici fenomeni che si svolgono sull'intera superficie terrestre la seconda detta anche corografia ( dal greco chorographia=descrizione dei paesi) o geografia regionale si occupa dei diversi aspetti di una regione(Francia Svizzera Italia ecc.).
Nel 1649 Bernardo Varenius propose di dividere la Geografia generale nelle seguenti parti che rappresentano altrettante facce di un unico prisma:
1) GEOGRAFIA ASTRONOMICA O ASTRONOMIA che studia la Terra in relazione agli altri astri e come componente del sistema solare. L'astronomia definita da Laplace " il più grande monumento del pensiero umano " ha potuto progredire e svilupparsi grazie al contributo dell'Astrofisica che studia le proprietà fisiche e chimiche degli astri ; dell'Astromeccanica che si occupa dei movimenti e delle posizioni e Radioastronomia che ci permette di identificare la posizione e la natura degli astri anche non visibili per mezzo di radio telescopi apparecchi che captano onde Hertziane che provengono dagli astri.
2) GEOGRAFIA MATEMATICAche studia la forma e le dimensioni della Terra (Geodesia) e si occupa inoltre della sua rappresentazione grafica (cartografia).
3) GEOGRAFIA FISICA che prende in esame la configurazione della superficie terrestre e le modificazioni che su di essa avvengono per azione di forze esterne (Esodinamica) di forze interne (Endodinamica) o di esseri viventi (biodinamica . Questo ramo della geografia comprende a sua volta al Meteorologia (cioè lo studio dei fenomeni atmosferici) l'Oceanografia (studio dei mari e dei loro fenomeni) la Potamologia (studio dei fiumi ) la Limnologia (studio dei laghi) la glaciologia (studio dei ghiacciai) vulcanologia (studio dei vulcani) e la sismologia (studio dei terremoti).
4) GEOGRAFIA BIOLOGICA O BIOGEOGRAFIA che considera la distribuzione geografica degli animali (zoogeografia) e delle piante (fitogeografia)
5) GEOLOGIA che si occupa delle formazioni attuali della superficie terrestre e ricompone la storia della loro evoluzione.
6) GEOGRAFIA ANTROPOICA che esamina i caratteri fisici morali e culturali della specie umana (etnologia) la sua distribuzione sulla superficie terrestre (geografia politica) e le sue attività svolte per il soddisfacimento dei molteplici bisogni (geografia economica).
Iscriviti a:
Post (Atom)
parti della terra
parti della terra Il globo terrestre è costituito di tre parti principali: la litosfera, l'idrosfera e l'atmosfera. Tutta la super...
-
i continenti e le parti del mondo le terre emerse formano 4 continenti fra loro staccati paragonabili ad un sistema di blocchi insulari i...
-
schiacciamento polare Si è già detto che la Terra ha una forma di una sfera schiacciata in corrispondenza dei due poli, perciò I meridiani...
-
forma della terra La forma della terra non corrisponde ad una sfera perfetta, ma si avvicina a quella di uno sferoide o di un ellissoide...